Con il tempo, Prisma sta sviluppando una modalità tutta sua di comporsi. Ci si incontra, si discute, si valutano proposte che poi vengono masticate fino all’ultimo, o quasi. Così è stato anche per il numero che avete tra le mani, frutto di un processo formativo che comincia a dare i suoi frutti. Lo diciamo per condividere una scoperta, che poi è una vecchia massima del giornalismo, e cioè che le notizie ti vengono a cercare.
Noi non siamo un giornale di cronaca in senso stretto; cerchiamo però di leggere la realtà, e quindi anche la cronaca, dall’angolazione delle scienze matematiche. Succede poi che le storie che andiamo a raccontare, apparentemente lontanissime, parlino tra loro. Così, quando abbiamo dovuto scegliere la storia di copertina (i cinquant’anni dell’uomo sulla Luna oppure l’affermarsi delle donne nella scienza), ci siamo resi conto che sono due storie dai contenuti lontani tra loro ma che trasmettono lo stesso messaggio: andare oltre senza paura. Per migliorare, per crescere, anche per affermarsi, perché no. Lo hanno fatto gli uomini protagonisti della missione sulla Luna (leggetevi l’incredibile storia di Rocco Petrone), lo fanno i ricercatori del Centro spaziale di Matera, lo stanno facendo tutte le ricercatrici e le docenti che tengono alto il nome della scienza italiana. Ognuno ha superato un ostacolo, ha combattuto un pregiudizio e lo ha capovolto. Lo stesso pregiudizio che continua ad accompagnare la matematica.
C’è stato un periodo, nemmeno troppo lontano, in cui la parola d’ordine era: “Basta letteratura e letterati, la scuola sforni menti scientifiche”. Ora, di fronte al raggiungimento di qualche risultato in questa direzione, comincia a diffondersi un messaggio di carattere opposto: “Basta con la tirannia dei numeri!”. Lo scorso mese affrontavamo il tema sul nostro blog (a proposito, lo conoscete?). Lo spunto veniva da un dibattito sulla stampa, dove si sosteneva la necessità di reagire alla presenza totalizzante della scienza a scuola e nella società.
Dove stiamo sbagliando? Prisma nasce proprio con l’intento di superare questi paletti e di smentire un po’ di luoghi comuni sulla separazione del sapere. Ma come dirlo senza cadere nella retorica? La risposta la trovate nelle pagine che seguono e in particolare nella lezione di Mary Boole. La donna va al cuore del problema e propone una visione umanistica complessiva della scienza, chiamandola “preparazione etica e logica”. Una visione, è bene sottolinearlo, con una forte valenza sociale perché mirata alla formazione di uomini responsabili, capaci di rendere migliore il mondo.
Buona lettura!
Ps: ma voi siete pro o contro i compiti per le vacanze?
Vincenzo Mulè – Direttore responsabile