29 marzo occhi al cielo: lo spettacolo della Maratona Messier

Il 29 marzo, notte di luna nuova e giorno di un’eclissi parziale del Sole, si potranno osservare i 110 oggetti astronomici catalogati dal celebre astronomo francese. Ma occorre essere veloci: si hanno appena 4 minuti e 55 secondi di tempo per ogni oggetto

Marzo è il mese dell’equinozio di primavera ma per gli astrofili è anche il mese della Maratona Messier, cioè il mese in cui meglio ci si può immergere nel cielo profondo e dedicarsi agli oggetti più distanti. Questa maratona prende il nome da un celebre astronomo francese, Charles Messier, che nel 1758, mentre si accingeva alla ricerca della celebre cometa di Halley, che secondo i calcoli doveva apparire nella costellazione del Toro, vide qualcosa che poteva sembrare una cometa. Nel giro di pochi giorni si rese conto che l’oggetto osservato non si muove va rispetto alle stelle e quindi non poteva essere la cometa, ne registrò le coordinate celesti e negli anni successivi si dedicò a redigere un catalogo di oggetti astronomici non stellari. Il catalogo contenente le coordinate di 110 oggetti fu poi pubblicato nel 1774.
La Maratona Messier consiste nell’osservare tutti gli oggetti del catalogo in un’unica notte, normalmente la notte di luna nuova del mese di marzo. Quest’anno la data migliore potrebbe essere il 29 marzo; a mezzogiorno si potrà osservare anche un’eclissi parziale di Sole. Gli orari precisi, naturalmente, dipendono dalla località: a Savona, ad esempio, l’eclissi inizierà alle ore 11:20 e terminerà alle ore 12:44.
Per una bella giornata da astrofilo si consiglia di trovare un posto lontano dalle luci della città, con un orizzonte molto aperto, cominciando a posizionare il telescopio nella mattinata per osservare l’eclissi di Sole ed anzi sfruttare proprio il fenomeno astronomico per stazionare con precisione il telescopio. Così, quando inizierà la notte astronomica alle 20:30, si sarà pronti per cominciare ad osservare i primi oggetti. Per osservarne 110 entro la fine della notte bisogna essere ben organizzati e veloci: la notte finisce alle 5:31. Si hanno quindi poco più di 9 ore di tempo di osservazione, cioè appena 4 minuti e 55 secondi per ogni oggetto: tenendo conto dei tempi di puntamento del telescopio non sono poi molti.
M1, il primo oggetto del catalogo, quello osservato da Messier nel 1758, si trova già verso ovest nella costellazione del Toro: è il resto di una supernova, una stella di grande massa esplosa nel 1054. Ci sono pervenuti resoconti di vari astronomi, cinesi, giapponesi e arabi, che hanno osservato questo evento. La stella era visibile ad occhio nudo anche in pieno giorno, visto che superò la luminosità di Venere e probabilmente raggiunse la magnitudine –7.
La nebulosa che possiamo osservare oggi prese il nome di nebulosa Granchio o Crab nebula nel 1940, quando l’astronomo irlandese William Parson, terzo conte di Rosse, la disegnò con una forma che ricordava proprio quell’animale. Si trova a una distanza di6500 anni luce e nel 1942, all’interno della nebulosa, si è riusciti ad osservare il resto della stella che l’ha generata, una stella di neutroni che ruota con un periodo di 33 ms.
Altro celebre oggetto del catalogo Messier è la galassia di Andromeda, M31: oggi, a causa del diffusissimo inquinamento luminoso, non molti sanno che è visibile anche ad occhio nudo (la sua grandezza apparente è di circa tre gradi).
La galassia di Andromeda è l’oggetto più lontano che possiamo vedere ad occhio nudo dal momento che dista circa tre milioni di anni luce, quasi 500 volte più della nebulosa Granchio. Anche la sua storia è interessante. È la prima galassia riconosciuta come tale. Nel 1925 Edwin Hubble ne misurò la distanza (all’epoca la stimò in trecentomila anni luce) e la riconobbe come un sistema stellare esterno alla Via Lattea che fino ad allora veniva considerata come se costituisse l’intero Universo. Fu il primo passo verso la comprensione moderna della cosmologia.
Da allora la nostra conoscenza dell’Universo si è ampliata moltissimo: oggi sappiamo che la Via Lattea non è che un puntino come altri duemila miliardi di galassie all’interno di un Universo osservabile, che si stima del diametro di almeno novanta miliardi di anni luce.

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