Viva Wikipedia

 

Confesso che non conoscevo il termine pink washing. Finora mi ero fermato al green washing, ossia (cito dalla Treccani) “la strategia di comunicazione o di marketing perseguita da aziende, istituzioni, enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo”. Di pink washing ci ha parlato Linda Laura Sabbadini nell’intervista che troverete all’interno del giornale. E lo ha fatto riferendosi alla tendenza che molti uomini hanno di mostrarsi sensibili alle tematiche relative alle discriminazioni di genere, senza però che ai proclami facciano seguire i fatti. Non c’era rivendicazione nelle sue parole. E neppure stanchezza. Probabilmente, dispiacere: “Io continuo ma devo fare i conti con il tempo che passa e con il muro eretto dalla società”.
Ha senso ancora festeggiare l’8 marzo? Ce lo siamo chiesti quando queste pagine erano in preparazione. A maggior ragione ce lo chiediamo ora dopo le parole di una delle donne più sensibili in Italia al tema. Confesso che non ho una risposta certa. Mi sembrano valide entrambe le tesi (non ha più senso visto quello che succede nel resto dell’anno oppure certo che ha senso, altrimenti la questione scomparirebbe definitivamente dall’attenzione della società civile).
L’8 marzo è ormai il tappeto sotto il quale nascondiamo le nostre mancanze e durante il quale tiriamo fuori
il sorriso dei giorni migliori. Un sorriso, naturalmente, di convenienza. Figlio del politically correct che ha anestetizzato ogni decisione. La nostra società dovrebbe smetterla di leccarsi chissà quali ferite, dovrebbe smettere di delegare (sì, anche alla tecnologia) e cominciare a (ri)prendere di petto la realtà. La deriva della democrazia sta diventando ogni giorno più preoccupante e svegliarsi troppo tardi e cercare di chiudere la stalla quando i buoi sono ormai scappati potrebbe essere una colpa imperdonabile.
Come ha scritto Alessandro Trocino sul Corriere della Sera, gli attacchi di Elon Musk a Wikipedia “rappresentano la battaglia simbolica perfetta, l’archetipo della guerra alla realtà che le truppe trumpiane stanno combattendo e, a quanto pare, vincendo”. Viva Wikipedia strillavamo nell’aprile del 2021 dalla copertina di Prisma esaltando i valori di libertà e collaborazione di un progetto che rimaneva fedele ai valori dell’Internet degli albori. Al sapere raggiungibile da tutti e condivisibile con tutti. Ed è proprio questa idea di partecipazione che è sotto attacco. L’uscita di Musk, ma, inutile dirlo anche molte del presidente Usa Trump, ricordano molto la cosiddetta madman theory (la teoria del pazzo) che in politica si applica quando, simulando un comportamento imprevedibile o irrazionale, si punta a disorientare gli avversari. In attesa di scoprire qual è il reale obiettivo del miliardario Usa e prima di inginocchiarci di fronte al suo potere , è utile rileggere ancora le parole di Trocino: “Wikipedia si definisce l’enciclopedia libera e collaborativa. E in questi tre termini si compendia buona parte di quello che ci stiamo lasciando alle spalle”.

Vincenzo Mulè
Direttore responsabile

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