“Sognate, sognate in grande, lavorate sodo perché questi sogni si avverino” (Miriam Melis, intervista Premio Donne di Scienza 2024)
Alle ragazze si dovrebbe insegnare che non c’è nulla nella scienza che preclude l’avvicinamento delle donne ad essa ma, purtroppo, ancora oggi la discriminazione di genere è presente e radicata nella nostra società a qualsiasi livello. Fin dall’infanzia le famiglie e la scuola, anche inconsapevolmente, richiedono alle bambine di essere perfette mentre ai bambini di essere coraggiosi e raramente il contrario, inculcando così messaggi che poi nell’adolescenza si consolidano portando spesso le ragazze ad una ridotta autostima e ad una paura eccessiva del fallimento che non permette loro di rischiare e di mettersi alla prova. Per questo spesso nei giochi matematici/scientifici i partecipanti sono più maschi che femmine e per questo l’allenatore di pallavolo Velasco alla domanda sulla differenza tra allenare una squadra maschile e una femminile ha risposto: “Le donne hanno il terrore di sbagliare, perché per millenni hanno pagato gli errori con le botte degli uomini. Quindi a volte vanno incoraggiate. Per il resto sono straordinarie, e imparano straordinariamente in fretta”.
Ecco allora alcune scienziate italiane che hanno dato il loro grande contributo nel 2024 nella speranza che il 2025 possa essere ancora più al femminile.
Cristiana De Filippis, 31 anni, ricercatrice dell’Università di Parma, ha ricevuto a luglio il premio della European Mathematical Society (EMS) che viene assegnato ogni quattro anni a dieci giovani ricercatrici e ricercatori europei di età pari o inferiore ai 36 anni. Il riconoscimento, istituito nel 1992, spesso rappresenta la possibilità di essere nominati per la Medaglia Fields, il più importante premio mondiale in campo matematico (anch’esso assegnato ogni quattro anni, con limite d’età fissato a 40 anni).
Dopo il dottorato ad Oxford, De Filippis rientra in Italia nel 2020 presso l’Università di Parma per collaborare alle ricerche del professor Giuseppe Mingione nel campo della teoria della regolarità ellittica. I risultati, che le sono valsi il premio, sono arrivati soprattutto per lo studio delle cosiddette “stime di Schauder”, un approccio che punta a trovare soluzioni “buone” per alcuni tipi di equazioni differenziali ellittiche, permettendo di risolvere problemi aperti che attendevano una soluzione da molto tempo. Sebbene questo campo di ricerca sembri prettamente teorico, in realtà i risultati possono essere applicati a problemi di scienze dei materiali e di fluidodinamica come lo studio del mescolamento di due materiali con densità diverse e sono molto utili anche nella simulazione di sistemi fisici al computer.
De Filippis ha già ricevuto altri premi negli ultimi anni, come il G-Research Prize (a Oxford, nel 2019), il premio “Iapichino” dell’Accademia dei Lincei nel 2020 e il premio “Bartolozzi” dell’Unione matematica italiana a maggio 2024. Inoltre nel 2023, la giovane ricercatrice italiana è stata eletta nella corte inaugurale della European Mathematical Society Young Academy, composta da soli 30 membri europei, e nello stesso anno la rivista “Forbes” l’ha inserita nella lista annuale delle 100 donne italiane di successo.
L’emozione della conquista di questo premio per Cristiana De Filippis si avverte nelle ultime battute di questa intervista, in cui la voce strozzata e l’espressione raccontano tutta la fatica e la determinazione per giungere a quel traguardo anche andando contro a tanti preconcetti presenti addirittura nella propria famiglia: (https://youtu.be/MHNjOgSHed8?si=UxPD87ccDtaQu0zj) “Ho dimostrato che vale una certa disuguaglianza tra determinate quantità e sono contentissima perché mi ci rompo la testa sopra da sei mesi, magari se lo vado a raccontare a mia nonna mi direbbe bella mia non potevi fare figli in questi sei mesi … però la soddisfazione è tanta”.
Maria Colombo, vincitrice a settembre del Premio Internazionale intitolato a Guido Stampacchia, assegnato dall’Unione Matematica Italiana, dopo aver vinto a luglio il premio della European Mathematical Society (EMS). Il premio “Stampacchia”, una medaglia d’oro assegnata ogni tre anni a un matematico under 35 che si sia distinto a livello internazionale per il suo contributo nel campo del calcolo delle variazioni e delle sue applicazioni, le è stato conferito durante un convegno di calcolo delle variazioni che si è tenuto ad Erice.
Maria Colombo, 35 anni e docente del Politecnico di Losanna, ha conquistato l’ambito premio “per le sue ricerche innovative nella teoria della regolarità e della descrizione delle singolarità delle soluzioni delle equazioni differenziali parziali, per i suoi contributi innovativi alla fluidodinamica incomprimibile, alle equazioni di trasporto e al calcolo delle variazioni “. Ha ritirato il premio in compagnia dell’ultimo dei suoi quattro figli, Giuseppe, nato a luglio, dando prova che se una donna viene appoggiata e sostenuta può ottenere tutto ciò che vuole.
Colombo non è nuova a riconoscimenti nazionali e internazionali per la sua attività di ricerca. Ha al suo attivo l’ICIAM Collatz Prize e il Peter Lax Award, ottenuti rispettivamente nel 2023 e 2022, oltre a premi, tra cui il “Bartolozzi”, assegnatole dall’Unione Matematica Italiana nel 2019, il “Gioacchino Iapichino” conferitole dall’Accademia dei Lincei nel 2016 e il “Michele Cuozzo” per la tesi di dottorato, ottenuto nel 2015.
Maria Colombo è stata studentessa del corso ordinario della Scuola Normale Superiore poi del corso di perfezionamento della Scuola Normale Superiore. Dopo un periodo di ricerca post dottorato con Camillo De Lellis, condotto presso l’ETH di Zurigo, si è trasferita nel 2018 all’EPFL di Losanna, dove dirige il Laboratorio di analisi matematica, calcolo delle variazioni ed equazioni differenziali alle derivate parziali.
Federica Fabbri, 33 anni, ricercatrice dell’Università di Bologna e dell’INFN, è tra le vincitrici dell’edizione 2024 del premio “L’Oréal Italia per le Donne e la Scienza”. Istituito ventidue anni fa dall’azienda francese di cosmesi L’Oréal, in collaborazione con la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, prevede di assegnare 6 premi da 20.000 euro ciascuno a scienziate italiane under 35 attive nei campi delle scienze della vita e della materia per favorire e promuovere il lavoro di ricerca delle donne all’interno dell’impresa scientifica. Fabbri si è aggiudicata il finanziamento grazie a un progetto dedicato allo sviluppo di tecniche e metodologie innovative per studiare variabili ispirate alla teoria quantistica dell’informazione, analizzando i dati generati dalle collisioni del Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle del CERN. “Esplorare la connessione tra la teoria quantistica dell’informazione e la fisica delle particelle create negli acceleratori è una nuova direzione, inesplorata, per cercare risposte alle questioni irrisolte sull’universo che ci circonda, come l’essenza della materia oscura,” racconta la ricercatrice.
Federica Fabbri si è laureata in fisica con lode all’Università di Bologna nel 2014, specializzandosi in fisica subnucleare. Ha conseguito il dottorato all’Università di Bologna nel 2018 sullo studio delle proprietà del quark-top. Durante la tesi magistrale e il dottorato, Federica ha svolto attività di ricerca all’Università di Gottinga e al CERN di Ginevra e, dopo il dottorato, ha lavorato all’Università di Glasgow. Successivamente, nel 2023 ha vinto una prestigiosa “European Marie Curie Fellowship”, con la quale è tornata al Dipartimento di fisica e astronomia dell’Università di Bologna dove è attualmente ricercatrice. Componente della collaborazione ATLAS dal 2013, dove ha ricoperto molti ruoli di responsabilità, oggi Federica è anche ricercatrice associata all’INFN ed è autrice di più di 675 pubblicazioni scientifiche su riviste del settore.
Le altre 5 vincitrici della XXII edizione italiana del Premio Young Talents Italia – L’Oréal Italia Unesco per le Donne e la Scienza sono: Bernadette Basilico, Giada Peron, Veronica Nava, Anna Corti e Chiara Trovatello.
Bernadette Basilico, ricercatrice presso il Dipartimento di fisiologia e farmacologia “Vittorio Erspamer” della Sapienza Università di Roma, è una neurobiologa con un dottorato in neuroscienze. La sua ricerca si concentra su particolari condizioni che affliggono il sistema nervoso, affinché si possano individuare nuovi target terapeutici per il trattamento di patologie neurologiche e neuro-infiammatorie. Il suo progetto è uno studio dei meccanismi paziente-specifici nella patologia correlata alla mutazione SYNGAP1 per sviluppare strategie terapeutiche mirate
Giada Peron è un’astrofisica specializzata nelle alte energie. In particolare, la sua ricerca si dedica all’osservazione in banda gamma di oggetti galattici come resti di supernova, nubi molecolari e ammassi stellari. Il progetto riguarda Il contributo degli ammassi stellari ai raggi cosmici galattici presso Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) – Osservatorio Astrofisico di Arcetri.
Veronica Nava, ecologa e ricercatrice presso il Dipartimento di scienze dell’ambiente e della terra Università di Milano-Bicocca, è specializzata nello studio e nella gestione degli ambienti di acqua dolce. Le sue ricerche si concentrano in particolare sugli impatti antropici su laghi e fiumi, attraverso l’analisi di dati a lungo termine e studi sperimentali. Il progetto riguarda l’Impatto dell’inquinamento da plastica sul metabolismo e funzionamento degli ecosistemi lacustri.
Anna Corti, ingegnere biomedico e ricercatrice presso il Dipartimento di elettronica, informazione e bioingegneria del Politecnico di Milano, è specializzata nello sviluppo di modelli predittivi di rischio cardiovascolare basati sull’integrazione – tramite tecniche di intelligenza artificiale – di elementi di biomeccanica computazionale e metodi di analisi avanzata di immagini mediche.
Chiara Trovatello, fisica sperimentale e ricercatrice presso il Dipartimento di fisica del politecnico di Milano, è specializzata nello studio delle proprietà ottiche di materiali bidimensionali, simili al grafene. La sua ricerca riguarda l’ambito della fotonica, e in particolare dei laser, e utilizza tecniche di spettroscopia ultraveloce e di ottica non lineare per esplorare questi nuovi materiali, che stanno rivoluzionando il mondo dell’opto-elettronica e delle comunicazioni quantistiche. Il progetto riguarda Entanglement quantistico con materiali semiconduttori a bassa dimensionalità.
Paola Arlotta, Golub Family Professor e Direttrice del Dipartimento di biologia rigenerativa e delle cellule staminali di Harvard, ha ricevuto il Premio “Elena Lucrezia Cornaro Piscopia” che prende il nome dalla prima donna nel mondo moderno a ricevere un dottorato dall’Università degli Studi di Padova, nel 1678.
A febbraio 2024, in occasione della Settimana delle Donne nella Scienza, l’Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia, ha ospitato a Villa Firenze la prima edizione del Premio, destinato a scienziate italiane che lavorano negli USA. Il premio vuole celebrare il contributo delle donne scienziate e accademiche alla ricerca, all’innovazione e allo sviluppo di una cultura scientifica basata sulla parità. “Nelle discipline STEM, centrali nelle nostre società in trasformazione, notiamo un persistente divario di genere” – ha evidenziato l’Ambasciatrice, rilevando che – “solo il 33% dei ricercatori sono donne”. Nel sottolineare la centralità della sfida nel quadro della partnership tra Italia e USA in campo scientifico e tecnologico e nell’anno in cui l’Italia detiene la presidenza del G7, l’Ambasciatrice ha rilevato che “la sottorappresentazione delle donne nelle discipline scientifiche è riconosciuta come una perdita di talento, prospettive e idee preziose e quindi un ostacolo complessivo al progresso”.
Paola Arlotta, ha ricevuto anche il Premio NAS 2024 Pradel Research per il suo lavoro innovativo che fornisce spunti essenziali sui principi fondamentali che guidano lo sviluppo della corteccia cerebrale, la parte del cervello responsabile della cognizione. Il Pradel Research Award consiste nell’assegnare ogni anno $ 50.000 a un’istituzione scelta dal neuroscienziato vincitore il cui lavoro sta apportando importanti contributi alla comprensione del sistema nervoso per supportare la ricerca in neuroscienze. Arlotta indaga i meccanismi che controllano lo sviluppo della diversità cellulare nella corteccia cerebrale dei mammiferi ed esplora come diverse classi di cellule comunicano tra loro per guidare la formazione delle principali caratteristiche strutturali della corteccia cerebrale. Ha dato importanti contributi alla generazione e all’applicazione di modelli di organoidi cerebrali derivati da cellule staminali pluripotenti umane per comprendere lo sviluppo della corteccia umana e per indagare come il cervello umano è influenzato da malattie neuropsichiatriche e dello sviluppo neurologico.
Arlotta è tra i 20 individui recentemente onorati dalla National Academy of Sciences con premi che riconoscono i loro straordinari risultati scientifici in un’ampia gamma di campi che abbracciano le scienze fisiche, biologiche, sociali e mediche.
Miriam Melis ha vinto il prestigioso Premio Donna di Scienza 2024, assegnato annualmente dall’associazione Scienza Società Scienza per valorizzare le donne che si sono distinte nel campo della scienza. La professoressa Melis, che nel 2023 ha ricevuto anche un prestigioso ERC (European Research Council) Grant da oltre 2 milioni di euro, è conosciuta per le sue ricerche innovative nel campo delle neuroscienze e della farmacologia, che si sono concentrate sui cannabinoidi e, più in generale, sui processi fisiologici legati alla gestione delle emozioni.
“Non è determinante il dove, ma il come si fa la ricerca”, ha dichiarato la Melis, che non ha nascosto la soddisfazione per questo premio. “Bisogna crederci, essere determinate e rispettare il rigore scientifico necessario per diventare grandi ricercatori e ricercatrici. Sono contenta di essere rimasta in Sardegna, forse c’è più soddisfazione a portare avanti ricerche di frontiera nella cosiddetta periferia dell’Europa”.
Il Premio Donna di Scienza Giovani è stato assegnato a Simona Deidda, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche e specializzata in chirurgia oncologica colon-rettale, un settore sempre più in prima in linea visto l’aumento dei casi di questa malattia. “Stiamo facendo passi avanti sul tema dell’uguaglianza e oggi gran parte di studentesse e specializzande in medicina sono donne,” ha affermato la Deidda. “Ma questo non basta: serve incoraggiare le ricercatrici del futuro affinché possano credere di più nelle loro capacità, così da poter concorrere alla pari per le posizioni apicali.” Simona Deidda, vincitrice del Premio Donna di Scienza Giovani
Giulia Baldazzi, ricercatrice del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica, ha ricevuto infine una menzione speciale per i suoi contributi nel campo dell’ingegneria biomedica e, in particolare, per il suo lavoro volto alla creazione di sistemi di elettrocardiografia fetale a basso costo. “La motivazione per diventare una ricercatrice in ambito scientifico è arrivata dalla famiglia, da una persona che ora non c’è più ma che ringrazio per avermi motivato in un percorso, quello dell’ingegneria biomedica, che oggi è diventato la mia strada,” ha condiviso la Baldazzi.
Per concludere, poco riconosciuto è il lavoro di Maria Giovanna Durante, ingegnera geotecnica sismica che ha rivoluzionato gli standard di progettazione in zona sismica delle opere di sostegno. Inoltre, il suo modello che porta il suo nome è entrato ufficialmente nelle linee guida degli USA, utilizzato per la costruzione dell’Intuit Dome, stadio di basket per la squadra di Los Angeles dei Clippers, inaugurato nell’estate 2024. Durante ha compiuto la sua preparazione in Italia, conseguendo la laurea in Ingegneria civile presso l’Università del Sannio e il dottorato all’Università degli Studi Federico II, per poi spostarsi all’Università di Bristol e presso vari atenei statunitensi.
Tuttavia, sebbene i notevoli traguardi raggiunti all’estero, Maria Giovanna Durante ha partecipato al bando Marie Sklodowska-Curie, il Reintegration Panel concepito dalla Commissione europea per favorire il rientro dei ricercatori dei Paesi membri in Europa, e che prevede un contratto di due anni tra la Commissione e l’ente europeo ospitante. La Durante vince il bando nel 2021 elaborando un progetto per lo sviluppo di linee guida per la geotecnica anche utilizzando l’Intelligenza Artificiale. L’ente ospitante è il Dipartimento di Ingegneria civile presso l’Università della Calabria (UniCal), dove la ricercatrice si trasferisce con il marito e le figlie.
Come responsabile e coordinatrice del progetto di ricerca ReStructure 2.0, presso l’UniCal, la ricercatrice Durante ha studiato cosa accade alle infrastrutture nel corso delle esperienze sismiche o franose, in modo da elaborare nuove formule e sistemi di sicurezza per mettere al sicuro persone e cose. Finito il biennio previsto dal bando ne vince un altro emesso dall’Università della Calabria riuscendo così a proseguire per il momento i suoi studi in Italia, nella speranza che il nostro Paese, ad alto rischio sismico e idrogeologico, riuscirà a trattenere una mente mirabile come la sua.
6 risposte
Un bel gruppo di ricercatrici in vari campi!
Spero sia di buon augurio per 2025
Penso sia un articolo che dovrebbe essere letto in tutte le scuole, in modo da incoraggiare le nuove generazioni a non arrendersi mai. L’impegno e la fatica ripagano sempre.
Anche questo articolo porta con se un grande messaggio di speranza per le nuove generazioni e non solo .
Sognate alla grande e lavorate con determinazione; due azioni strettamente correlate; il sogno può essere realizzato con la fatica e la determinazione, quindi non rinunciate mai alla realizzazione di un sogno .
La testimonianza di queste giovani donne, consente, a coloro che ancora presentano perplessità circa la possibilità di svolgere determinate professioni, di acquisire consapevolezza e sicurezza e di sganciarsi dai preconcetti che spesso, purtroppo, si vivono proprio in famiglia e nella società.
Mi congratulo nuovamente con la Dott.ssa Gambarini per il meraviglioso articolo . Lorena Picenni
Come matematico sono felice che la matematica italiana abbia due scienziate donne outstanding come Cristiana e Maria e spero che questo porti molte ragazze brillanti verso la matematica. È anche un riconoscimento alla qualità della scienza italiana. Purtroppo il nostro paese e la sua classe politica non comprendono, a differenza di altri paesi, che le carriere scientifiche delle donne devono avere un supporto, qualora decidano anche di mettere su famiglia. Molti altri paesi lo hanno capito e questo aumenta di molto l’attrattività dei loro sistemi universitari.
Mi auguro che l’interessante lettura dei successi di queste determinate e motivate scienziate incoraggino le giovani studentesse ad inseguire i propri sogni combattendo pregiudizi e
stereotipi di genere.
Bellissimo articolo, che ricorda la forza e il valore delle donne, ancora purtroppo non così scontato.
Grazie Silvia per averci ricordato che il lavoro e la tenacia portano sempre a grandi risultati e soddisfazioni, anche se donne.