Pasticcioni, approssimativi, ma sommamente creativi: così amiamo descriverci, noi italiani. Un Paese che certo non brilla per rigore e coerenza ma dotato di una fantasia e di un estro esplosivi. Eppure, la ricerca Ocse-Pisa sul “pensiero creativo”, i cui risultati sono stati recentemente presentati, non controbilancia affatto i mediocri piazzamenti che collezioniamo in matematica, scienze e comprensione del testo scritto. Anche qui i nostri quindicenni si attestano, per le loro prestazioni sul versante creativo, sotto la media dei Paesi Ocse partecipanti all’indagine.
Ma cosa si intende con “pensiero creativo”? La definizione che viene fornita dal quadro dell’indagine è la seguente: “La capacità di impegnarsi in modo produttivo nella generazione, valutazione e miglioramento delle idee che possono derivarne in soluzioni originali ed efficaci, progressi nella conoscenza ed espressioni di immaginazione di grande impatto”. L’indagine sfiora per certi aspetti l’ambito del problem solving già fatto oggetto di precedenti indagini Pisa, ma ingaggia anche le capacità espressive scritte, visuali e anche il problem solving sociale. Non si limita al pensiero divergente, ma sollecita anche la capacità di convergere su obiettivi dati per vie inusitate ed originali.
Un altro stereotipo che questi risultati ribaltano è il pregiudizio che la conoscenza scientifica sia limitativa dell’immaginazione o della originalità, come se le capacità creative dovessero contrapporsi ad un pensiero scientifico rigido e pedissequo. Invece, si riscontra che i punteggi alti tendono a correlarsi fra matematica e pensiero creativo. Per i matematici nessuna sorpresa, ma per chi ha introiettato a scuola l’idea che la matematica coincida con la memorizzazione di formule e meccanismi è un bel cambio di prospettiva.
La brutta notizia è però che anche il pensiero creativo, così come definito nel framework Ocse, segue le faglie sociali premiando i privilegiati e restando più carente fra chi parte svantaggiato. L’innovazione, la capacità di trovare strade diverse, il pensare fuori da schemi prevedibili non sono solo doti, ma anche frutto di educazione, ci dice questa ricerca. Per chi pensa che l’istruzione sia solo trasmissione e non anche intuizione, scoperta e invenzione ci sono molti elementi di riflessione.
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