Sulla scia di Giulia, fermiamo la violenza contro le donne!

Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, riproponiamo un articolo apparso sulle pagine dell’ultimo Prisma, ancora in edicola

Potremmo chiamarlo un boom di consapevolezza l’incremento dell’83,5% delle chiamate al numero di pubblica utilità 1522, il numero verde per segnalare casi di violenze o stalking. Il dato è stato comunicato dall’Istat relativamente ai primi due trimestri del 2024 comparati con lo stesso periodo dell’anno precedente quando si era già registrata una crescita notevole rispetto al 2022.
Partiamo da cos’è questo dato e cosa ci indica: “È il dato dell’emersione”, spiega Maria Giuseppina Muratore, una delle autrici dell’analisi, sociologa e dirigente di ricerca presso l’Istat. “Mancano le fonti per poter dire che ad ogni segnalazione corrisponda una violenza sventata – aggiunge la sociologa – per quanto il numero dei femminicidi sia, ad oggi, inferiore agli anni precedenti. Però è un dato che testimonia una maggiore consapevolezza”.
Nei primi sei mesi di quest’anno, le chiamate al 1522 ritenute valide sono state oltre 32mila. Il 1522 è il numero gratuito, attivo 24 ore su 24, che accoglie le richieste di aiuto e sostegno da parte delle vittime di violenza e stalking. A rispondere sono operatrici specializzate, prese d’assalto durante il lockdown e dopo l’omicidio di Giulia Cecchettin.
Possiamo supporre che la crescita delle chiamate indichi un numero in aumento di violenze o episodi di stalking oppure che, proprio grazie alle chiamate, ve ne siano stati meno. E ancora: l’83,5%, come dato percentuale è tanto o è poco ed in relazione a cosa? “Il numero delle violenze è pressoché stabile – risponde Muratore – cioè non cresce né diminuisce secondo i dati consolidati, che andremo ad analizzare solo a fine 2024 nell’ampio report sulle violenze contro le donne che facciamo periodicamente: 2006, 2014 e quello di quest’anno. Questi dati si devono quindi leggere soprattutto sulla scia dell’omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto nel novembre 2023, poco prima della giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Il boom è l’effetto coda di un evento che ha scosso l’opinione pubblica – sottolinea Muratore – e che ha attivato una presa di coscienza: a chiamare non sono solo le vittime di episodi di violenza o stalking ma i loro genitori, gli operatori di servizi di sostegno di vario genere, le persone che vogliono avere informazioni su cos’è una violenza, magari per uscire da un rapporto non sano, a rischio di atti di violenza e/o stalking. È quindi un incremento del dato emerso, cioè di quello che si può documentare. Esiste poi il sommerso, non dimentichiamolo, ma ricordiamo anche che le donne che si sono recate nei centri antiviolenza sono aumentate del 90% in cinque anni, così come è aumentata l’offerta di questi centri e la loro pubblicizzazione”.
Esiste quindi una correlazione tra emersione e pubblicizzazione dello strumento. E se i dati di violenza grave restano stabili, l’indagine Istat ci dà un’istantanea sul fatto che, a fronte di una stabilità, aumentano le segnalazioni.
“Un po’ come è avvenuto con i report del 2006 e del 2014 – ricorda la sociologa – dato che nel 2006 avevamo un 6% di denunce di donne verso un ex partner e questo dato nel 2014 è raddoppiato al 12%”. Del resto, dalle tavole pubblicate da Istat, la quota più grande delle segnalazioni di violenza proviene (per il 91,8%) dalle donne. Se vediamo l’andamento del numero degli omicidi volontari commessi in Italia nei confronti di donne – dati del Viminale aggiornati al 30 settembre – nel 2021 le vittime sono state 123, 130 nel 2022 e 118 nel 2023. Al 29 settembre del 2024, sono 81. C’è un trend in diminuzione anche nelle molestie verso le donne, perché c’è un maggiore riconoscimento da parte loro a comprendere la situazione: quasi una forma di prevenzione. Ma come
riportano anche le tavole Istat, degli specifici atti di violenza segnalati nel primo trimestre 2024, su un totale di 5.154 casi, 3.835 sono stati compiuti tra le mura domestiche. L’Istituto ha anche analizzato, tra i numerosi dati, come sono cambiati gli atteggiamenti delle vittime di episodi di violenza: 1.699 le risposte di chi ha cambiato poi atteggiamento per la sua d’ansia, nel primo trimestre 2024, a fronte dei 1.120 dello stesso periodo nel 2023.
L’Istat ha analizzato infine il servizio di help-line offerto dal 1522: le chiamate per le informazioni sui centri anti-violenza sono cresciute del 121,2% nel primo trimestre (sempre rispetto al 2023), e le richieste per avere chiarimenti sulle norme a tutela delle vittime nel secondo trimestre del 2024 sono cresciute del 96,8% rispetto a un anno fa.

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