Puntualizziamo: “Matematica è cultura”

L’articolo firmato da Maurizio Tucci, apparso qualche giorno fa sul Corriere della Sera con il titolo “Il brutto vezzo italico di proclamarsi somari in matematica”, sembra aver scosso qualche giovane mente.

(https://www.corriere.it/scuola/maturita/24_luglio_23/il-brutto-vezzo-italico-di-proclamarsi-somari-in-matematica-cec67e8c-704f-462a-950f-4a5610a2axlk.shtml)

Oggi infatti mi è capitato di imbattermi in un programma di intrattenimento su un noto canale radio di portata nazionale dove i due conduttori, solitamente impegnati a parlare di personaggi famosi, tendenze di moda e locali trendy, si sono sorprendentemente dedicati alla lettura e al commento di alcune righe dell’articolo.

Wow!

Apprezzo che questa mattina i due ragazzi, che solitamente alternano brillantemente brani musicali a questioni di attualità, abbiano deciso di affrontare questo spinoso argomento. Tuttavia, mi sono accorta ben presto che la questione è ancora lontana dall’essere compresa appieno.

La conduttrice condividendo il contenuto dell’articolo spiegava come, pur non essendo particolarmente “portata per la matematica”, ne riconoscesse l’importanza. Per sottolineare il concetto, raccontava di considerare la sua preparazione inadeguata, al punto da doversi affidare al cellulare per calcolare le percentuali.

Conoscere la matematica significa dunque saper fare le percentuali senza l’ausilio del cellulare?

Povero Tucci! Chi legge il suo articolo non ha neppure gli strumenti per comprenderne appieno il significato. A partire dall’analisi dei risultati INVALSI, Tucci spiega come ‘il proclamarsi somari in matematica risulta spesso una sorta di simpatico vezzo’, osservando che il nostro popolo è disinteressato alla matematica perché la vede solo come un insieme di conoscenze e competenze utilitaristiche, piuttosto che come una disciplina capace di arricchire il nostro bagaglio culturale.

Chi legge sembra invece pensare che la matematica non sia cultura, ma solo calcolo.

C’è ancora molto lavoro da fare.