Da qualche tempo, Roma è teatro di ripetuti sit-in ad opera dei giovani attivisti del movimento ambientalista “Ultima Generazione”. Per sensibilizzare politici e popolazione sull’urgenza della questione ambientale, hanno deciso di occupare le vie a maggior transito di automobili. Il loro esordio risale a quest’estate quando a più riprese hanno bloccato le tre corsie del Grande raccordo anulare. Nelle scorse settimane, altri tre ambientalisti sono tornati alla carica impedendo la circolazione sul viadotto della Magliana e lungo la Tangenziale est. Per chi non fosse di Roma e non conoscesse le dinamiche del traffico capitolino, si tratta di strade che già quotidianamente, e senza alcun intervento esterno, risultano intasate da colonne d’auto. Le immagini della protesta e della conseguente irritazione degli automobilisti hanno fatto il giro del web, intasando i social con commenti facilmente immaginabili. Nessuno favorevole alla causa ambientalista. In uno degli ultimi video, una donna si avvicina ai ragazzi in modo tranquillo e conciliante dicendo più o meno queste parole: “Ragazzi, sono con voi ma ho un problema: devo passare con urgenza perché devo andare all’ospedale dove mi stanno aspettando per la chemioterapia”. Nel video si vede la donna offrire come prova della sua condizione la parrucca con la quale copre i segni della cura. Di certo, non una bella prova da parte degli attivisti che, pur animati dalle migliori intenzioni, hanno clamorosamente fatto passare in secondo piano il contenuto del loro messaggio.
Nell’affrontare la questione ambientale, la comunicazione e il linguaggio scelto per raccontarla ci sembrano tra i temi più pressanti. “Da cinquant’anni ripetiamo le stesse cose e non cambia nulla”, diceva pochi mesi fa Piero Angela a Telmo Pievani, come potrete leggere nell’intervista al filosofo della scienza che arricchisce le pagine di questo numero di Prisma. I toni catastrofisti non funzionano più. Occorre sporcarsi le mani, facendo anche scelte difficili. In questa nuova narrazione, bisogna portare in primo piano le vicende di uomini la cui storia è andata a scontrarsi in maniera diretta con il cambiamento climatico. Storie concrete, terra terra. Che non significa prive di evidenza scientifica.
Areale è la newsletter sull’ambiente e il clima del quotidiano Il Domani. Nella settimana prima del voto ha ricordato che quello del 25 settembre sarebbe stato il primo appuntamento elettorale in Italia da quando esistono i movimenti per il clima. Nelle elezioni politiche del 2018 non c’era ancora stato il grande risveglio climatico. Nel corso di quell’anno avrebbero preso forma Fridays for Future, Extinction Rebellion, Sunrise Movement. “Questa – si leggeva nella newsletter – è la prima misura elettorale di quanto quell’onda abbia trovato interlocutori politici e di quanta sia la voglia del movimento stesso di contarsi, la capacità di partecipare, di avere un effetto sugli equilibri politici”. Appunto.
Buona lettura!
Vincenzo Mulè
Direttore responsabil