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di Jacopo Garlasco
Calcoli, formule e teoremi: è l’immagine classica che, di solito, si proietta per prima alla mente non appena si pensa alla matematica. Del resto è, anche etimologicamente, «la materia che si impara» e che quindi richiede ore, giorni e a volte anni di studio ed esercizio continuo (il tutto peraltro con risultati che talvolta, almeno agli inizi, non appaiono per nulla incoraggianti). Nel 1987 la Fédération Française des Jeux Mathématiques inventa però un’altra triade: Logica, Intuizione e Fantasia. È l’era dei Giochi Matematici: un’autentica «scommessa didattica», che punta sull’aspetto ludico e ricreativo dei numeri più che sull’apprendimento mnemonico della matematica. Il gioco matematico, la cui origine si perde nella notte dei tempi e la cui tradizione è stata consolidata in secoli diversi da grandi matematici quali ad esempio Fibonacci e Martin Gardner, acquisisce un ruolo sempre più rilevante come strumento di diffusione della cultura scientifica.
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