Ha fatto discutere la decisione dell’Oxford Dictionary di scegliere brain rot (letteralmente cervello che marcisce) come parola dell’anno 2024. Il termine rimanda a un’espressione inglese che indica “il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, soprattutto come conseguenza di un consumo eccessivo di materiale (in particolare di contenuti online) considerato banale o poco impegnativo”.
Senza girare troppo intorno alle parole, i curatori del dizionario più famoso nel mondo hanno raccontato la sensazione che si prova dopo aver passato troppo tempo sui social media a fare scrolling senza uno scopo preciso. Non un granché come rappresentazione del nostro presente.
Sembra quasi un moto di reazione, ma non lo è perché la decisione è stata presa la scorsa estate, la proclamazione da parte dell’Onu del 2025 come anno della scienza e della tecnologia quantistica. A un cervello che marcisce rispondiamo con “la più rivoluzionaria delle rivoluzioni”, come l’ha definita il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi nella prefazione al libro Quanti quanti?.
Se il mondo rappresentato sui social network racconta un vissuto fittizio (sperato o, nel migliore dei casi, percepito), è la realtà, come scriveva Pietro Greco in Quanti, “il grande tema che ha attraversato (e continua ad attraversare) lo sviluppo della fisica dei quanti. Una grande storia che non si è ancora conclusa”. Ma sebbene non sia conclusa, la parabola dei quanti ha il pregio di ricordare alla contemporaneità il gusto del pensiero fuori dagli schemi, il valore dell’apertura mentale e dell’essere pronti a cambiare prospettiva per guardare con occhi nuovi anche fenomeni già noti.
La fisica quantistica ha capovolto il nostro modo di comprendere l’universo e spianato la strada a un futuro prima inimmaginabile: un secolo di ricerca è approdato a una nuova visione del mondo, lontana dalla nostra percezione ma aperta a grandi nuove possibilità. Le tecnologie quantistiche, seppur fondate su idee per noi contro-intuitive, hanno già un impatto dirompente sulla nostra quotidianità e sullo sviluppo di strumenti che stanno potenziando la nostra capacità di comprendere la realtà. E magari di migliorarla. La scienza e la tecnologia quantistica avranno un impatto enorme sulle sfide degli “Obiettivi di sviluppo sostenibile” delleNazioni Unite per il 2030 tra cui clima, energia, sicurezza alimentare e acqua pulita. Il passo più importante, dice l’Onu, per trovare nuove intuizioni e nuove soluzioni sarà ispirare i giovani. Quelli stessi usciti con le ossa rotte dalle rilevazioni Timss e Ocse. E ai quali rigiriamo l’esortazione contenuta nelle considerazioni finali del Rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese, quella cioè di ritrovare la via della crescita mediante la capacità di aprirsi al nuovo.
Buon anno e buona lettura!
Vincenzo Mulè
Direttore responsabile