La vacanza di un terrapiattista

L’esilio, nelle città dell’antica Grecia, era una pena molto diffusa. Toccò anche al filosofo Anassagora di Clazomene, che nel quinto secolo avanti Cristo fu bandito da Atene per blasfemia: fra le pietre dello scandalo, la sua convinzione che il Sole non fosse una divinità ma una palla di metallo rovente “più grande del Peloponneso”. Anche se spesso è considerato un martire, vittima dell’integralismo religioso, secondo molti storici le sue idee erano solo un pretesto: il motivo per cui fu condannato era politico, legato alla sua simpatia per il partito di Pericle. Oggi però a far sorridere è la stima, a dir poco ingenua, delle dimensioni del Sole. L’errore marchiano è dovuto alla sua idea di base che la Terra fosse piatta. Anche gli antichi scienziati cinesi, partendo dalla stessa ipotesi, erano arrivati a conclusioni simili: secondo loro, il Sole era piccolo e anche piuttosto vicino, a circa 6.000 chilometri da noi (il valore reale è circa 150 milioni di chilometri!). Eppure, usando lo stesso metodo dei cinesi, Eratostene di Cirene nel terzo secolo avanti Cristo calcolò con ottima approssimazione la misura della circonferenza della Terra: la differenza era che lui sapeva bene che la Terra e gli altri corpi celesti sono sferici (o quasi). Intuitivamente, l’idea che la Terra sia piatta è la più immediata. Anche se a volte si dice che la scienza è un’estensione potenziata del senso comune, già la nozione della sfericità della Terra contraddiceva questa affermazione, millenni prima della teoria della relatività e della meccanica quantistica. L’ipotesi della Terra sferica spiega meglio i fenomeni fisici e oggi un pensatore come Anassagora se ne convincerebbe subito. Infatti solo una minima parte della popolazione è convinta che la Terra sia piatta. Anche i membri della Flat Earth Society sono in buona parte buontemponi (troll, come si dice adesso) che si vogliono solo divertire alle spalle degli allocchi. Ma che fare con i (pochi) terrapiattisti convinti? Uno degli argomenti più semplici è quello del veliero: se stai in riva al mare e un veliero si avvicina alla costa, per prima cosa vedi la cima dell’albero maestro e poi lo scafo; se la Terra fosse piatta, vedresti apparire il veliero tutto insieme nello stesso momento. Dal punto di vista geometrico, il ragionamento non fa una piega. Il problema è un altro: oggi non capita spesso di osservare velieri ed è estremamente improbabile che questo accada proprio nel momento e nel punto esatto in cui stai guardando l’orizzonte insieme a un terrapiattista da convertire. C’è però una variante più efficace, basata sullo stesso principio ottico. Palmarola è una delle Isole Ponziane, in provincia di Latina. Non ha una popolazione residente (solo un punto di ristoro estivo) e forse anche per questo le sue acque cristalline non hanno niente da invidiare alla Sardegna o alla Grecia. Le Isole Ponziane si trovano di fronte al promontorio del Circeo. Dalla spiaggia di Sabaudia, sulla terraferma, Palmarola sembra consistere di due isole separate (foto 1). Basta però osservarla dal lungomare (a circa 15-20 metri di altitudine) per notare che le due parti sono unite (foto 2). Se poi si sale sul Monte Circeo almeno fino al punto panoramico situato a 300 metri di quota, l’unità dell’isola è ancora più evidente (foto 3). E per vederlo basta una giornata di sole, senza bisogno di aspettare l’arrivo di un veliero. Sarà sufficiente a convincere un terrapiattista? Forse no: il problema dei complottisti è psicologico più che cognitivo. Lo hanno dimostrato recentemente la presenza di tanti laureati nei movimenti no-vax e, viceversa, la fiducia nella scienza da parte di moltissime persone senza titoli di studio. Lo stesso vale per le altre teorie del complotto, dalle più subdole come quella sull’attentato alle Torri Gemelle alle più deliranti come il negazionismo degli uccelli, nato per scherzo ma poi preso sul serio da qualcuno. Chissà se la bellezza dei luoghi avrà un effetto miracoloso sulla mente…

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