Intelligenza artificiale e metaverso declinati nel mondo dell’educazione. In un nuovo software il ricorso alla metodologia gaming viene utilizzato per consolidare le conoscenze apprese con strumenti tradizionali e ampliarle con l’esperienza nel digitale
Se dovessimo assemblare una rassegna stampa con gli articoli sull’Intelligenza artificiale, saremmo costretti ad aggiornarla in continuazione. Non passa giorno che sul tema non escano novità. Se poi siano effettivamente rilevanti o meno, questo è un altro discorso. Un po’ quello che fino a qualche tempo fa accadeva con il metaverso, la realtà parallela della quale l’umanità sembrava non potere fare a meno. Tanto che, tra gli addetti ai lavori, qualcuno si è pure domandato che cosa sia rimasto di questa tecnologia. Come è spesso accaduto nella storia delle innovazioni, passata la fase dell’euforia sul tema, rimane solo chi ne coglie l’essenza e la portata rivoluzionaria.
Lo stesso si può dire con l’Ia, che sta vivendo il suo momento di massima diffusione tra il pubblico, anche quello non specialistico. In quest’ambito, c’è una sfida tutta italiana nello sviluppo e nell’applicazione delle tecnologie al servizio della transizione digitale del mondo dell’istruzione e della didattica innovativa. È quella di Verse, un software per la didattica che rappresenta la sintesi dell’Intelligenza artificiale con il metaverso declinato nel mondo dell’educazione.
“Sarebbe più appropriato definirlo eduverso”, precisa Emanuele Sangiovanni, responsabile dello sviluppo di Verse che aggiunge: “Verse rappresenta un unicum nel panorama dei software educativi. Un risultato reso possibile anche dalla natura di Dotslot, l’impresa sociale che è alle spalle del software e che è iscritta all’anagrafe degli enti di ricerca del Mur”. Uno sviluppo al quale stanno contribuendo il Cnr e le università di Bari, Roma Tre e Firenze.
Dotslot è sicuramente tra le imprese che, nel rapporto fatturato-investimenti, investono di più in ricerca, finanziando ad esempio dottorati su inclusione e bes (visivi e uditivi). “Abbiamo più ricercatori che dipendenti”, afferma scherzando Fabrizio Marra de Scisciolo, che della società è il fondatore e l’amministratore.
Ad oggi, Verse è presente in circa 1.700 scuole italiane di ogni ordine e grado. La versione junior, destinata alla scuola dell’infanzia, è in via di sviluppo. “Verse – racconta Fabrizio Marra de Scisciolo – si avvale della metodologia gaming per consolidare le conoscenze apprese con strumenti tradizionali e ampliarle con l’esperienza nel metaverso”. L’espediente è quello di avvicinare il ragazzo alla scienza attraverso il gioco. Ad esempio, per studiare il Dna è stato inscenato un omicidio dove il ragazzo diventa un detective alle prese con un caso da risolvere. Con il suo personaggio entra nella scena del delitto e comincia a ricostruire quello che è successo usando il laboratorio virtuale di analisi chimiche. In tutto ciò, lo studente non viene lasciato solo perché, se a moderarlo sarà il docente, a guidarlo è la piattaforma stessa, precedentemente istruita dallo stesso docente.
Verse può offrire due tipi di approccio didattico: uno strutturato, che è quello che abbiamo appena visto, e uno destrutturato. Nel primo, lo studente segue un percorso determinato da un docente universitario interagendo all’interno di un percorso ben definito. Si muove all’interno di laboratori didattici che hanno come fine un’unità di apprendimento (Uda) multidisciplinare oppure un intervento didattico legato alla singola disciplina.
Così, nell’esempio dell’assassinio, lo studente arriverà alla soluzione grazie alla sua attività di analisi all’interno di un laboratorio scientifico. Il software lo guiderà negli step che dovrà seguire: ad esempio, indossare un camice, i guanti e la maschera per la protezione del volto. L’avatar dello studente entrerà nel laboratorio e avrà accesso a microscopi, provette e a tutto il materiale occorrente per analizzare le prove raccolte. Se lo studente nell’analizzare le prove compie un errore pratico, sarà lo stesso software ad avvisarlo attraverso un alert indicando la procedura corretta e la teoria relativa. Nell’approccio destrutturato, studenti e docenti possono costruire insieme la lezione.
La piattaforma mette a disposizione del docente e dei ragazzi ambienti a tre dimensioni, avatar, oggetti per costruire in autonomia le proprie attività didattiche. Se una lezione di educazione civica prevedesse la pulizia della spiaggia, il docente dall’inventario della sezione del gioco potrà prendere e utilizzare tutto il materiale che di solito si trova nei nostri lidi. Oggetti che lo studente può riconoscere, raccogliere e catalogare.
Per rendere più vicina una lezione di storia, inoltre, l’avatar dello studente vivrà in prima persona il periodo oggetto della lezione. Gli avatar sono dotati di intelligenza artificiale conversazionale. Lo studente si troverà a parlare con Aristotele così come come con Napoleone e riceverà le risposte in base ai temi decisi dal docente. Novità delle ultime settimane è la possibilità di dialogare con due avatar contemporaneamente. L’obiettivo è una sempre maggiore interazione tra i due personaggi virtuali, a partire dallo sguardo.
L’addestramento del personaggio avviene nell’avatar room di Verse dove il docente ha la possibilità di creare il personaggio inserendo la back story (cosa voglio che il personaggio sia all’interno del gioco), scegliendo la lingua (l’opzione è tra 21 diversi idiomi), la personalità e lo stile con il quale il personaggio storico si interfaccia con
i ragazzi.
Nella banca dati è possibile inserire testi e volumi che andranno ad arricchire le conoscenze del personaggio. Ad
esempio, potremmo inserire nel personaggio Aristotele l’intera Divina Commedia in modo che, volendo, sarà in grado di rispondere – se sollecitato – anche su questo tema. Senza andare troppo lontano, in queste settimane negli uffici di Dotslot si sta lavorando alla creazione di un Aristotele esperto di Intelligenza artificiale. Questo perché verrà utilizzato in un corso di formazione per i docenti che vogliono approfondire il tema.
Non va sottovalutata l’opzione del multilinguismo, che consente inclusione, integrazione e istruzione personalizzata
Un comitato etico-scientifico, coordinato da Loredana Perla, docente dell’università di Bari, ha predisposto le linee guida per l’uso consapevole dell’Ia all’interno del software Verse da parte di docenti e studenti. Inoltre, un gruppo di ricercatori e docenti universitari analizzerà i risultati delle attività dei ragazzi nel gioco e valuterà gli apprendimenti.
A breve partirà anche uno studio coordinato da Chiara Lucifora (docente del dipartimento di filosofia e comunicazione dell’università di Bologna) che mira a comprendere quanto gli ambienti di Verse possano aiutare gli studenti in termini di autoefficacia, autostima, resilienza e motivazione.
Che cosa differenzia ChatGpt da Verse? Banalmente, l’esperienza che offre all’utente. ChatGpt è un chatbot multimodale mentre Verse è un software di tipo esperienziale. Nel pratico significa che, mentre con ChatGp Aristotele parla attraverso una chat, con Verse lo si vede all’interno di un ambiente definito con la possibilità di esprimere e esternare sentimenti e reazioni ben definite.
Un aneddoto racconta bene la differenza: nel corso di una riunione, uno degli sviluppatori di Verse stava raccontando di come avesse inserito nella banca dati i contenuti realtivi alla ricerca di Einstein. L’avatar dello
scienziato, che aveva sentito il dialogo perché il microfono era rimasto aperto, ha rivendicato in modo piccato la paternità degli studi. Suscitando ilarità ma anche stupore.