Ogni scarrafone è bello a mamma sua. E ogni pastrocchio che il suo bambino produce le sembra ineguagliabilmente dotato di ogni grazia e bellezza, nonché indice premonitore di inevitabili future glorie e riconoscimenti universali. Sempre questa meravigliosa capacità di autoconvincimento mi viene in mente, quando sento parlare del “capolavoro”.
Nel suo amabile maternage, il ministero ha denominato “capolavoro” il prodotto che ogni studente – dico ogni studente – in corsa verso l’esame di Stato, deve inserire nel suo e-portfolio. Grazie alla potenza del genio italico non abbiamo fra gli studenti mezze cartucce o “vite da mediani”: sono tutti al top, come gli influencer. Nessuno che abbia fatto qualcosa di decoroso sì, ma insomma, umilmente si renda conto che è un passo avanti per lui ma non necessariamente per l’umanità. Nella meritocrazia farlocca del “posto dunque sono” e “quindi sono strepitosamente figo”, per riflettere sulle competenze acquisite, si deve inserire un unico prodotto esemplificativo e rappresentativo dei progressi conseguiti. Fatemi indovinare: un power point prodotto con Canva? Con montaggi di foto aggraziati e dai colori accattivanti, con font carini, interessanti texture, cornici design cliccabili a scelta, che racconta… cosa racconta? Attenzione, nel corso dell’inserimento nell’e-portfolio bisogna anche cliccare quali delle otto competenze chiave europee sono state maturate facendo il proprio capolavoro.
Come accade nelle migliori fiabe, il principe azzurro, o la bella donzella, non accompagnano l’eroe nel suo cammino e nelle sue traversie ma spuntano all’ultimo, deus ex machina, per baciarlo in fronte. Così le competenze, che dovrebbero essere un metodo che anima i saperi disciplinari facendo magicamente trasformare il “so ripetere” in “ho capito” (e magari anche il “eseguo“ in “me la cavo anche in situazioni nuove perché ho capito bene e intuisco oltre”) compaiono come cenerentole trasformate all’ultimo in principesse, solo per il “capolavoro”.
Gli ultimi esami di Stato sono conclusi, gli ultimi adempimenti scolastici adempiuti e già archiviati. Adesso comincia per i maturati una nuova sfida, quella di fare davvero, se non un capolavoro, almeno un buon lavoro con i loro prossimi studi o mestieri.
In bocca al lupo!