Libri – Alessandro Paolucci, “Storia stupefacente della scienza”

 

 

Medici, matematici, chimici (tanti chimici) dalle menti eccezionali e dalle scoperte sensazionali che hanno sperimentato in prima persona le sostanze allucinogene più diverse – oppio, hashish, ketamina, gas esilaranti, funghi –per potenziare le proprie percezioni e svelare i misteri dell’universo

Nonostante una divulgazione scientifica sempre più efficace, l’incrinarsi di alcuni stereotipi le e tante trasformazioni in atto, bisogna ammettere che l’immagine che il grande pubblico ha degli scienziati rimane immutata da secoli: tipi geniali, magari strani, magari con la testa tra le nuvole ma persone assolutamente affidabili e dai pochi vizi. Insomma, “secchioni” sbadati e divertenti tutto cervello – basti pensare a Talete che mentre osserva le stelle cade in un pozzo o più recentemente al Doc di Ritorno al futuro o ai nerd di The Big Bang Theory. Perché accade questo? Forse solo perché è più rassicurante immaginarceli così. “Il sapere scientifico ci sembra una specie di incantesimo della Fata Madrina, che rende lo scienziato una Cenerentola al contrario: più ne sa e più è imbranato, disadattato, strano, e ci va benissimo, deve essere così, perché tutto questo comporta tranquillità. Essere nerd è una garanzia non solo di intelligenza, ma proprio di stabilità, di affidabilità della scienza in generale. Gli scienziati non conoscono distrazioni, sbandate o guai, sono come pacifici extraterrestri nella loro navicella asettica e tecnologica, stanno sempre al loro posto, sono tutto studio e lavoro, e quand’è così allora ci possiamo fidare delle loro ricerche. I loro poteri sono sotto controllo, ed è tutto quello che vogliamo sapere. È un’immagine molto rassicurante, di cui abbiamo più bisogno di quanto non sembri, perché finché sappiamo questo allora ci fidiamo del sapere scientifico, e infatti la nostra fiducia comincia a scricchiolare quando ci accorgiamo che è tutto più complicato (e incasinato) di così”. Dobbiamo invece andare oltre, sfatare questi miti rassicuranti: “se uno scienziato è irregolare, instabile, se va in televisione a battagliare – quanti ne abbiamo visti al tempo del Covid-19! –, se commette un colossale errore, se divide l’opinione pubblica, se destabilizza e cerca di andare oltre i limiti conosciuti, questo non è un problema per la ricerca scientifica. La scienza è un secolare lavoro di gruppo portato avanti dalla comunità globale degli scienziati per il progresso dell’umanità, scienziati che però individualmente sono molto meno tranquilli di quel che si creda. Sono competitivi e si marcano a vicenda, hanno degli interessi personali, e spesso combinano dei guai, sì anche con l’abuso si alcolici e sostanze stupefacenti. perché se quelle sostanze hanno un potenziale allora bisogna conoscerlo, a costo di scandalizzare, spaventare o rovinarsi la reputazione. Tirarsi indietro davanti alla conoscenza non è mai un’opzione”. Ma alla fine di tutto la scienza va comunque avanti: le teorie che non reggono cadono, quelle solide resistono, e quindi la conoscenza procede. Che impatto negativo può aver avuto in ambito scientifico il fatto che probabilmente il più grande medico del Medioevo, l’arabo Avicenna, bevesse vino, conoscesse bene (e facesse conoscere) l’oppio e la canapa, e fosse ossessionato dal sesso? E Avicenna è solo il primo straordinario protagonista di una galleria di insospettabili uomini di scienza dediti all’uso e talvolta all’abuso di sostanze in grado di alterare le percezioni e di consentire loro di forzare i limiti della conoscenza razionale. L’alchimista-medico Paracelso che infranse tutte le regole della medicina tradizionale e riuscì a curare innumerevoli pazienti per quanto spesso fosse totalmente ubriaco, il presidente Benjamin Franklin con le sue dipendenze da alcool e oppiacei, Sir Humphry Davy, “un chimico che di pozioni ne sapeva più di Merlino, e che nei suoi esperimenti aveva più coraggio di Lancillotto”, il matematico Paul Erdős e tanti, tanti altri, tutti meravigliosamente descritti in queste pagine davvero “stupefacenti”!

 

Alessandro Paolucci

Storia stupefacente della scienza

Il Saggiatore (2023)

pp. 376, € 17,00

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