Era il 22 agosto del 2005 quando a Ramallah il grande direttore Daniel Barenboim, con la sua orchestra formata da musicisti israeliani e palestinesi, due popoli in lotta tra loro, diede vita a un concerto indimenticabile. La musica è patrimonio universale del genere umano e come tale unisce! Un altro modo per vedere vicine, e intente verso un comune obiettivo, persone tra loro così distanti avrebbe potuto essere quello di riunire matematici israeliani e palestinesi per la soluzione di un qualche difficile problema. Perché anche la matematica, come la musica, è un linguaggio universale! I suoi simboli, le sue formule non hanno bisogno di traduzioni. Eccone un esempio: le immagini a fianco si riferiscono alla stessa pagina di uno stesso testo tradotto in coreano, giapponese, spagnolo, cinese. Oltre che universale, quello della matematica, è il linguaggio base per tutte le altre scienze. A sottolineare l’universalità di questo importante patrimonio, il 14 marzo festeggiamo la giornata internazionale di Pi greco e della matematica. Una giornata indetta dall’Unesco nel 2019 su proposta dell’Unione matematica internazionale (Imu). Ben venga una festa, a mostrare anche la parte ludica di una disciplina troppo spesso considerata difficile, noiosa, faticosa. La scelta di questa data deriva dal fatto che, nella notazione anglosassone, il numero che indica il mese viene prima di quello che indica il giorno e quindi la data 3,14 si trova anche a rappresentare il valore approssimato del rapporto tra la lunghezza di ogni circonferenza e quella del suo diametro. Rapporto che ha infinite cifre e, proprio per questo, non potendolo scrivere né pronunciare nella sua interezza, gli sono stati assegnati un nome, Pi greco, e un simbolo, la lettera π. Ecco quindi che, conoscendo il raggio, calcoliamo facilmente la lunghezza della circonferenza, 2πr, e da qui anche l’area del cerchio, data da semicirconferenza × raggio, come la fetta d’arancia qui sotto ci suggerisce. In realtà ci sono molte altre le formule in cui incontriamo il nostro π, anche là dove non ci aspetteremmo di trovarlo. Nel mio libro Tutti in festa con Pi greco propongo qualche spunto e dei suggerimenti per organizzare questa importante giornata. Fra l’altro racconto come il grande Archimede, inventore di importanti macchine come la spirale che porta l’acqua dal basso in alto, sia riuscito nel terzo secolo a.C. a ideare un procedimento semplice e al tempo stesso geniale per calcolare le infinite cifre del nostro π. E di come poi abbia descritto questa grande idea in una lettera al suo amico Eratostene, direttore della Biblioteca di Alessandria d’Egitto. Nel testo s’incontrano anche alcune curiosità come quella chiamata “paradosso del gatto”. Si tratta di questo: pensiamo la Terra come una sfera perfetta e immaginiamo di avvolgere l’equatore con un nastro aderente al terreno; poi aumentiamo di un metro tale nastro e rimettiamolo intorno all’equatore. Non sarà più aderente ma si solleverà un po’ dalla superficie. Di quanto si solleverà? A questa domanda, in generale le persone rispondono che la differenza sarà impercettibile. Invece, facendo i conti, si scopre che il nastro si solleverà in ogni punto dell’equatore di circa 16 centimetri, lo spazio sufficiente perché possa passarci un gatto! È lo stesso principio per il quale, quando spostiamo di pochi millimetri il bottone di una cintura troppo stretta, questa si posiziona molto più comodamente lungo la nostra circonferenza vita!