Pensieri divergenti – Opposti e doppi

La Reuters, una delle più antiche e rigorose agenzie di stampa internazionali, meno di un anno fa andò a verificare l’autenticità di una terrificante fotografia pubblicata in rete dell’invasione dell’Ucraina di Zelensky comandata da Putin. La foto ritrae una palla di fuoco sopra una città che sta venendo bombardata. Attraverso una ricerca inversa, Reuters dimostrò che la fotografia era stata scattata nel maggio del 2021 durante un bombardamento israeliano su Gaza.
Ritengo tale meta-notizia, ossia una notizia sulla notizia, significativa per la pluralità di pensieri che innesca sui doppi standard. Il doppio standard è l’antitesi della morale kantiana: “Agisci soltanto secondo quella massima che, al tempo stesso, puoi volere che divenga una legge universale”. La vicenda illustra lo squilibrio tra due risonanze mediatiche, rappresentando paradossalmente gli orrori in Ucraina con orrori che invece non hanno mai fatto notizia, come quelli nei Territori Occupati denunciati da Amnesty International.
Perché è imperativo opporsi a tutti i sistemi di doppi standard, ovunque nel mondo? Perché deve essere categorico il nostro protestare contro le violazioni dei diritti umani, ovunque nel mondo? Spesso noi stessi siamo vittime inconsapevoli di doppi standard, del doublethink di Orwell che senza ipocrisia ci fa credere in tesi contraddittorie. Per questo motivo non faccio qui un elenco dei luoghi nel mondo dove oggi si opera contro l’imperativo kantiano. Ne tralascerei certamente qualcuno, macchiandomi quindi della stessa immoralità che denuncio.
È decisivo combattere i doppi standard nel mondo perché sono l’anticamera dell’apartheid! Perché accettare le violazioni dei diritti civili anche nell’angolo mediaticamente più sperduto ci abbruttisce tutti. Tollerare un focolaio di barbarie nel mondo può scatenare una pandemia, come abbiamo imparato negli ultimi anni.
Affrontare il tema dei doppi standard è particolarmente urgente oggi in Italia. Riguarda, per esempio, l’esito del processo di autonomia differenziata contro il quale avevo scritto in questa rubrica più di un anno fa,
solitariamente, mentre la sirena incantava molti. Alcuni di loro oggi hanno cambiato idea. Per distogliere l’attenzione dai doppi standard, la legge in discussione parla di Livelli essenziali di prestazioni (Lep). È solo una fallacia retorica! Attualmente questi livelli non sono esigibili, basta scorrere le statistiche Eurostat.
Com’è possibile definirli attraverso una norma ispirata proprio al principio opposto? Come è possibile assicurarli stanti le attuali inadempienze? Mancano le risorse, ma non è in vista una loro perequazione basata sui fabbisogni e sulle capacità fiscali. Pende ancora sul Paese invece l’incertezza del federalismo fiscale, previsto tra l’altro anche dal Pnrr!

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