“Ecco il nostro futuro”, intervista a Giovanni Caprara

Il noto giornalista scientifico Giovanni Caprara ci accompagna tra le pagine del suo recente libro “Breve storia dello spazio”, mostrandoci dal punto di vista privilegiato di chi, per passione e per lavoro, vive e racconta ogni giorno da anni l’affascinante universo delle esplorazioni spaziali cosa ci aspetta: la Luna, Marte, i satelliti di Giove e Saturno… tra New Space Economy e un nuovo Rinascimento spaziale

 

Giovanni Caprara

Buongiorno Giovanni, sarà anche una “Breve storia dello spazio” ma il volume è imponente, oltre 400 pagine in cui le tue infinite conoscenze in materia ci aprono una porta sul mondo delle esplorazioni spaziali, un mondo tornato alla ribalta prepotentemente negli ultimi anni ma che affonda le radici almeno nel XX secolo. Storico del cosmo solo per interesse professionale o passione di una vita?

Entrambe le cose, una passione che viene da lontano – ancora ricordo il mio entusiasmo per lo Sputnik sovietico e per la costruzione di piccoli razzi – e che poi è diventata interesse professionale. Il libro infatti si basa su una vasta consultazione della letteratura internazionale, sulle mie riflessioni come docente di Storia dell’esplorazione spaziale al Politecnico di Milano e sui rapporti umani che nel corso di tanti anni ho coltivato con i protagonisti di questo mondo. Ho avuto ad esempio l’opportunità di incontrare il grande scienziato tedesco Hermann Oberth, ho avuto scambi epistolari con il suo geniale allievo Wernher von Braun, ho intervistato Neil Armstrong, Edwin Aldrin e Mike Collins, più tardi Eugene Cernan, comandante di Apollo 17, e Alexei Leonov, il primo cosmonauta a compiere una passeggiata nello spazio… solo per citarne alcuni. Da questo punto di vista mi sento davvero un privilegiato.

Von Braun e John Kennedy in un celeberrimo scatto

 

Il libro procede alternando piani diversi, nel tentativo (riuscito) di analizzare la complessità del mondo delle esplorazioni non terrestri. Perché questa scelta?

Credo che solo lo sviluppo delle diverse dimensioni delle avventure nello spazio possa portare a una reale comprensione delle complesse dinamiche che queste nascondono, a evitare quell’effetto Wow! che a tratti è inevitabile ma difficilmente ci mostra il dietro le quinte. Ho così deciso di ripercorrere contemporaneamente la storia dell’evoluzione del pensiero dell’esplorazione e i tratti umani che l’hanno caratterizzata, quella dell’evoluzione tecnologica, ma di soffermarmi anche sugli aspetti politici e militari, sempre decisivi. Non si può ad esempio prescindere dalla rivalità tra USA e URSS come motore della corsa allo spazio del secolo scorso, ma allo stesso tempo occasionalmente tra le due superpotenze ci furono anche taciti accordi (nel libro racconto il patto segreto tra Nixon e Breznev oppure il ruolo di Kissinger). In altri casi, la mancata conoscenza delle esigenze politiche rende incomprensibili alcuni episodi, come nel caso della tragedia del Soyuz 1 in cui perse la vita, carbonizzato, il cosmonauta sovietico Komarov, dovuta all’inflessibilità di Breznev che voleva celebrare con quel volo il Congresso del Partito. Ma gli esempi nel libro sono moltissimi, estremamente dettagliati e spesso poco conosciuti.

Gagarin e Tereskova

Quale sarà la prossima frontiera delle esplorazioni spaziali?

Marte, sicuramente, ma insieme alla Luna. Molti esperti infatti ritengono che sarà necessario fare tappa sul nostro satellite per sbarcare su Marte, che quella sarà la strada più breve. Su Marte si cercheranno tracce di vita passata (è opinione diffusa che nelle prime fasi di vita del Pianeta Rosso ci fossero condizioni analoghe a quelle terrestri e quindi favorevoli allo sviluppo di forme di vita) ma allo stesso tempo si valuteranno concretamente ipotesi di terraforming, di terraformazione. Attenzione, non stiamo parlando di fantascienza ma di scienza, di processi di lunga durata che possano rendere Marte abitabile e in condizioni umanamente accettabili (sfruttamento dei ghiacci e dell’acqua, riproduzione di un effetto serra che modifichi gradualmente l’atmosfera…).

 

La copertina dell’ultimo lavoro di Giovanni Caprara

 

Stiamo vivendo un nuovo Rinascimento spaziale?

Sicuramente, almeno a partire dal 2010 – in realtà dai primi anni del nuovo millennio per il ruolo giocato per la prima volta dalla Cina – la corsa allo spazio sembra essere di nuovo una priorità (e Joe Biden ha confermato il programma spaziale approvato da Donald Trump). Questa nuovo Rinascimento spaziale avrà ricadute fortissime sull’economia del pianeta. È chiaro a tutti che chi controllerà la New Space Economy controllerà il mondo e non solo militarmente. Le innovazioni che arriveranno saranno infatti sfruttate immediatamente dal punto di vista commerciale e il mercato non sarà più monopolizzato dai colossi. Ad esempio, sono nate molte imprese di piccole dimensioni, estremamente specializzate, che collaborano con la NASA, da cui ricevono solo un supporto tecnologico, e già ora dominano alcuni segmenti di mercato, come quello dei piccoli satelliti e dei vettori. Elon Musk e Jeff Bezos hanno fiutato prima di altri la possibilità di sfruttare questa possibilità e il loro impatto sarà determinante. Ma anche l’Italia potrà giocarsi le sue carte nel prossimo futuro.

 

Il visionario Elon Musk

Lo spazio sarà la nostra via di fuga?

Tutto lo lascia credere. L’astronave Terra, per usare una facile metafora, sta finendo le risorse: siamo troppo numerosi, da anni intacchiamo pesantemente risorse non rinnovabili, il cambiamento climatico sta stravolgendo il pianeta rendendolo inabitabile. La Luna, Marte, e più avanti, le lune di Giove e Saturno, saranno probabilmente la nostra sola possibilità. Noi non ci saremo, i nostri nipoti neanche ma… ci arriveremo!

 

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