Tra i numerosi saggi dedicati a Leonardo Sciascia nel centenario della nascita – avvenuta l’8 gennaio 1921 a Racalmuto (AG) –, con piacere abbiamo letto questo interessante lavoro (Aras edizioni, 2021) a firma di Gian Italo Bischi e Alessandra Calanchi, docenti entrambi all’università di Urbino. Partendo dalla semplice constatazione che i rispettivi padri, pur diversi per lavoro e appartenenza geografica ma della medesima generazione, la stessa di Sciascia, avevano condiviso le stesse letture e amato gli stessi scrittori, i due autori sono andati ad analizzare anche le letture di Sciascia negli stessi anni (dalla fine degli anni Venti fino al Dopoguerra), individuando sorprendenti analogie. Soprattutto una profonda passione per i grandi narratori statunitensi: Dos Passos, Steinbeck, Hemingway, Caldwell, Faulkner… autori oggi celebrati come classici della letteratura mondiale ma al tempo, in Italia soprattutto, difficilmente reperibili, in traduzioni spesso non all’altezza (ricordiamo che l’antologia Americana curata da Pavese e Vittorini è solo del 1941) e quasi sempre osteggiati dall’autarchia culturale fascista. Semplici coincidenze? Probabilmente no. I secondi anni Venti, gli anni Trenta e Quaranta, almeno fino al 1943 con lo sbarco in Sicilia degli Alleati, sono gli anni dell’oppressione anche culturale fascista, e leggere autori “liberi” costituiva uno dei pochissimi modi per rifiutare almeno in parte l’omologazione imposta dal PNF. E per gli animi più sensibili “è quella che Sciascia definì una luce chiamata America a costruire lo slancio interculturale, di denuncia e libertà”. Da queste riflessioni Gian Italo Bischi e Alessandra Calanchi partono per analizzare il complesso rapporto di Sciascia con l’America, dall’adolescenza vissuta tra libri e film USA alla successiva sperimentazione letteraria di generi e stili che appaiono indubitabilmente influenzati dai maestri USA del realismo ma anche dell’hard boiled, in primis Dashiell Hammet e Raymond Chandler. Così, tra citazioni tratte dagli scritti del maestro di Regalpetra (per riprendere il titolo della bella biografia dedicata a Sciascia da Collura nel 2019), riflessioni, aneddoti più o meno noti, rileggiamo con interesse il complesso rapporto di uno dei più grandi intellettuali del Novecento con gli USA, dalla giovanile acritica passione alla consapevolezza delle contraddizioni di un mondo diverso dall’Italia ma non per questo scevro di criticità e compromessi (che Sciascia vedrà con i propri occhi ad esempio nei rapporti con la mafia dopo lo sbarco in Sicilia), un mondo legato inscindibilmente all’Italia dall’emigrazione ma su cui comunque ci si deve interrogare per coglierne gli aspetti migliori.
Gian Italo Bischi e Alessandra Calanchi
Arrivano! Sciascia e gli americani
Aras edizioni (2021)
pp. 128, euro 15