Mentre Perseverance e Ingenuity continuano la loro missione su Marte accompagnati da una perfetta campagna mediatica, il 14 maggio la Cina è stata la prima nazione, dopo gli Stati Uniti, ad aver raggiunto Marte con un proprio rover, Zhurong. E lo ha fatto quasi in sordina, come è ormai consuetudine per le missioni della China National Space Administration (CNSA), l’Amministrazione spaziale cinese.
Con la missione Tianwen-1, partita dalla Terra il 23 luglio 2020 e in orbita su Marte dal 10 febbraio 2021, Pechino diventa quindi il maggior competitore degli Stati Uniti nell’esplorazione spaziale.
La fase di discesa sul pianeta da parte del lander cinese è stata leggermente più lunga di quella statunitense del 18 febbraio scorso (9 minuti anziché i 7 di Perseverance) ed è avvenuta in modo meno spettacolare di quella di Perseverance: oltre a non aver previsto alcuna diretta televisiva (probabilmente per evitare reazioni negative in caso di fallimento) nessuna gru ha posato Zhurong direttamente sulla superficie, ma il rover è arrivato all’interno di un guscio protettivo frenato da razzi da cui, tramite una rampa è lentamente disceso sul terreno marziano per poi dispiegare i suoi quattro pannelli solari che gli permetteranno di immagazzinare l’energia sufficiente per sopravvivere sulla fredda superficie del pianeta. Per permettere di eliminare la polvere che inevitabilmente si depositerà sui pannelli, questi sono mobili così da poter allungare la vita del rover (Perseverance e Curiosity traggono invece le loro necessità energetiche da una fonte di plutonio radioattivo che trasforma il decadimento in elettricità).
Se il motto statunitense è perseveranza e ingegnosità, quello cinese è molto più poetico: Tianwen significa infatti Domande al Cielo e trae ispirazione da una serie di poemi del III secolo a.C. di cui Tianwen, scritta da Qu Yuan, è la più famosa. In questa poesia il poeta esprime i suoi dubbi sui concetti tradizionali che spiegano l’esistenza degli oggetti celesti e dei fenomeni naturali cercando invece di sondare una verità più scientifica.
Zhurong, invece, il nome dato al rover deve il suo battesimo ad un personaggio della mitologia cinese, assistente dell’Imperatore rosso, o Imperatore di fuoco Yan Di, uno dei tre Augusti imperatori. Zhurong è colui che governa il fuoco ed è spesso rappresentato con una faccia umana e il corpo da bestia.
Quindi Tianwen-1 ha il compito di dare il proprio contributo nel cercare di approfondire alcune attività scientifiche che le passate missioni hanno iniziato. Lo farà portando sette strumenti scientifici sull’Orbiter (due macchine fotografiche a media e alta risoluzione, un magnetometro, uno spettrometro, un analizzatore di particelle neutre, un analizzatore di particelle energetiche e un radar subsuperficiale) e sei sul rover (un radar a penetrazione capace di sondare sino a cento metri sotto la superficie, una macchina topografica, una macchina fotografica a multispettro, un detector per il campo magnetico superficiale, una centralina metereologica e un detector per analizzare la composizione del terreno superficiale combinato con uno spettrografo ad infrarosso).
In questa ricerca della verità, Zhurong ha un incarico complementare all’Orbiter che sta sorvolando l’atmosfera marziana tra i 250 e i 400 km di altezza.
I tentativi di risposta di Zhurong sono gli stessi che il collega e rivale Perseverance è alla ricerca nel cratere di Jazero, dove è ammartata lo scorso 18 febbraio: se è esistita acqua allo stato liquido sulla superficie di Marte, è possibile rintracciare forme di vita che hanno eventualmente popolato il pianeta nel passato?
Zhurong cercherà di rilevare nuovi dati utili a rispondere a questa domanda in una zona particolarmente ricca di acqua conservata sotto forma di ghiaccio sotto la superficie di Utopia Planitia, in un’area poco lontana dove nel 1976 era ammartato Viking-2 della NASA.
In questa pianura, dal diametro di 3.300 km, dove nella finzione televisiva di Star Trek sarebbe stata costruita la USS Enterprise-D al comando di Jean-Luc Picard, nel 2016 la NASA scoprì l’esistenza una massa di ghiaccio sotterraneo. Si ipotizza quindi che circa tre miliardi di anni fa Utopia Planitia fosse completamente sommersa da un mare d’acqua liquida e che parte di essa sia percolata sotto la superficie mantenendosi sotto forma di ghiaccio fino ai nostri giorni.
Zhurong esplorerà per 90 Sol (giorni marziani, equivalenti a circa 93 giorni terrestri) una piccola porzione dell’area raccogliendo campioni di terreno e analizzandoli con spettrofotometri per determinarne la composizione chimica e la presenza d’acqua nel passato. Verranno raccolti anche campioni in attesa di una successiva missione prevista tra il 2028 e il 2030 che potrebbe riportarli sulla Terra. Due telecamere ad alta risoluzione permetteranno di disegnare la topografia del terreno e individuare eventuali erosioni dovuti a corsi d’acqua e vulcani. Due rivelatori di particelle analizzeranno la composizione atmosferica e la variazione stagionale del clima sulla superficie. Infine due radar, uno installato sul rover e uno sulla sonda che continuerà ad orbitare tra 250 e i 400 km dalla superficie lavoreranno in coppia per misurare la composizione della crosta sotterranea di Marte alla ricerca di ghiaccio che, oltre a dare indicazioni sulla vita biologica ospitata dal pianeta, potrebbe risultare utile per future missioni umane.
Sebbene questa sia la prima missione tutta cinese su Marte, già nel 2011 l’ente spaziale aveva tentato di mettere in orbita marziana un satellite, lo Yinghuo-1 in collaborazione con la russa Roscosmos, ma la missione fallì ancora prima di lasciare l’orbita terrestre per la distruzione del razzo russo che trasportava la sonda cinese.