È una storia che ho raccontato più volte ma le circostanze, l’improvvisa scomparsa di Luciano Modica, mi suggeriscono di ritornarvi.
Nel 1988 il Centro di ricerca PRISTEM si era appena costituito, nel 1986, in Bocconi. Eravamo un gruppo di giovani storici della matematica, quarantenni o giù di lì, abbastanza critici e insofferenti nei confronti dell’establishment matematico e che cercavano la loro strada al di fuori o a margine dei tradizionali ufficiali raggruppamenti disciplinari. Ed è stato proprio nel maggio del 1988 che sul Notiziario dell’Unione Matematica Italiana (UMI) apparve una lettera di Luciano Modica. Bisogna ricordare che a quei tempi l’UMI e il suo Notiziario apparivano all’esterno, soprattutto ai giovani non introdotti nel potere accademico, come una monolitica espressione dell’ortodossia; non trapelavano né critiche né proposte di una gestione e di una direzione alternativa della comunità matematica. Leggere la lettera di Luciano che esprimeva, da parte di un matematico pisano già affermato scientificamente, delle critiche abbastanza ferme all’ingessatura dell’UMI, messa a confronto con le società matematiche di altri Paesi e con la loro apertura alla società civile, fu per noi del PRISTEM una rivelazione. Lo contattammo e insieme decidemmo – forse la proposta fu nostra ma lui aderì subito con entusiasmo – di organizzare un convegno a Milano, in Bocconi, proprio sul tema dei rapporti tra matematica e società. La storia del PRISTEM e la mia personale furono molto influenzate dall’iniziativa. L’UMI ovviamente ne fu messa al corrente e con Carlo Pucci ci aiutò nella progettazione dell’incontro, vuoi perché riteneva che le nostre idee (soprattutto quelle di Luciano) non fossero del tutto insensate, vuoi per controllare un’iniziativa che poteva approdare a esiti incerti. Il Convegno si tenne, con un buon successo, nel marzo del 1990 con il titolo “Il pensiero matematico nella cultura e nella società degli anni ‘90”.
Gli anni Novanta hanno poi visto quella carriera scientifica, istituzionale e politica di Luciano che tutti stanno ricordando in queste ore. Rettore dell’Università di Pisa; segretario e presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, a cui la sua opera ha dato particolare slancio; sostenitore delle forze politiche di centro-sinistra e in particolare dell’Ulivo, con un’adesione che di nuovo ci fece trovare sulla stessa “barca”; senatore e poi sottosegretario alla Ricerca e all’Università nel secondo governo Prodi. Tra di noi ci fu anche spazio per dissentire: fu quando Luciano “sposò” il sistema universitario del “3 + 2” di cui fu una delle “menti” progettuali – ricordo che lo intervistai per “Lettera matematica Pristem “- ed era invece una tesi che mi lasciava molto perplesso. L’ultima volta che ho avuto modo di incontrarlo fu in occasione di un convegno che il Pristem organizzava a Firenze; avevamo bisogno di un’aula, oltre agli spazi del cinema Cavour, e ci rivolgemmo allora a lui che dirigeva in quegli anni l’Accademia delle Belle Arti a Firenze. E ancora una volta non ci disse di no.
Addio, Luciano
Angelo Guerraggio