Greenpeace ha recentemente lanciato una campagna per salvare le api chiedendo di mettere al bando i pesticidi, causa prima della loro moria. Immediatamente decine di giornali e siti online hanno ripescato una delle frasi più gettonate dell’onnicitato Albert Einstein, particolarmente amata da ambientalisti e apicoltori: “Se le api scomparissero dalla Terra, per l’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.
Ad Einstein si mette in bocca di tutto… e di più. Ecco, questa citazione fa parte proprio della sezione “di più”, nel senso che il fisico tedesco non l’ha mai pronunciata (anche il sito di Greenpeace stesso è riuscito nell’impresa di appiccicarla nella sua sezione di vendite online https://shop.greenpeace.it/prodotto/mug-ape/.)
Ma allora? Da dove questa errata attribuzione?
Il primo collegamento tra Einstein e le api venne fatto quando lo scienziato tedesco era ancora in vita: nel 1941, in un articolo per il Canadian Bee Journal, l’editorialista Ernest A. Fortin scriveva: “Se non ricordo male Einstein disse: ‘Eliminiamo le api dalla Terra e al tempo stesso elimineremo centomila piante che non saranno in grado di sopravvivere’”. Da notare che, due anni prima, lo stesso Fortin, sul medesimo giornale, aveva attribuito la frase ad un anonimo naturalista: “L’ape ha un ampio raggio di utilità ed è una delle pietre su cui si basa l’agricoltura. Uno dei più famosi e celebrati naturalisti del mondo lo ha confermato dicendo questo: ‘Sopprimete le api dalla terra e sopprimerete almeno centomila piante che non potranno sopravvivere’”.
Questo naturalista (che Fortin non nominava) si trasformò, due anni dopo, in un fisico, questa volta con tanto di nome (e che nome!).
In realtà la frase attribuita prima al “famoso e celebrato naturalista” e poi ad Einstein appartiene al poeta e scrittore belga, premio Nobel per la Letteratura nel 1911, Maurice Maeterlinck, il quale scrisse nel suo La vita delle api del 1901: “Si stima che più di centomila varietà di piante scomparirebbero se le api non le visitassero”. La vita delle api era il primo volume di una trilogia dedicata da Maeterlinck agli insetti (il secondo fu La vita delle termiti del 1927 e il terzo La vita delle formiche del 1930).
Nel maggio 1965 il giornalista Pierre Pascaud, sulla rivista francese La vita delle bestie e l’amico della bestia scrisse che Einstein stesso aveva calcolato che una volta scomparsa l’ape all’uomo non sarebbero restati che quattro anni di vita prima della sua estinzione.
Da allora le supposte citazioni riferite agli insetti da parte di Einstein cominciarono ad abbondare, fino ad arrivare al 1994 quando, ben trentanove anni dopo la morte del fisico, durante una manifestazione dell’Unione nazionale degli apicoltori francesi, venne distribuito un volantino con la famosa frase che ancora oggi spopola tra le pagine internet, leggermente più lunga: “Se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che quattro anni di vita. Niente api niente impollinazione… nessun uomo!”.
Erano tempi durissimi per gli apicoltori europei, solo pochi mesi prima, a gennaio, erano scesi in piazza per protestare contro l’importazione di miele extraeuropeo e contro l’aumento del prezzo dello zucchero usato come alimento delle api durante i mesi invernali e, ad aggravare la situazione, un parassita stava decimando gli alveari del continente, ad eccezione di quelli scozzesi, mettendo a repentaglio il lavoro di sedicimila apicoltori a tempo pieno e altri quattrocentotrentamila allevatori part-time.
Non restava che rivolgersi al fisico più famoso della storia… e questo fecero in quell’occasione. Da quel momento per la maggior parte delle persone Einstein ha detto queste parole… senza averle mai dette in realtà!