Brian May e i numeri primi, i Beatles e la trasformata di Fourier, i Led Zeppelin e la topologia: Paolo Alessandrini, autore di “Matematica rock” (Hoepli, 2019), ci racconta i sorprendenti rapporti tra musica e matematica
Ciao Paolo, raccontaci chi sei, i tuoi studi, la tua formazione, i tuoi interessi…
Mi sono laureato nel secolo scorso in ingegneria informatica e ho lavorato per molti anni in aziende informatiche. Ben presto qualcosa mi ha spinto a occuparmi, nel contempo, di divulgazione: forse un “desiderio ardente di spiegare”, come scriveva Asimov. Mi attirava soprattutto la matematica, ma la mia ambizione era esplorarne alcuni lati insoliti e raccontarla in modo diverso: in particolare cogliendo i collegamenti con altri ambiti da me molto amati, come la musica, la letteratura, le arti in genere. Questa urgenza mi ha portato ad aprire il blog “Mr. Palomar”, a intraprendere alcune collaborazioni con riviste e siti divulgativi e didattici e, poco tempo dopo, a compiere una scelta di vita radicale: lasciare l’ufficio per entrare in aula come docente di matematica alle superiori.
Hai anche una seconda vita, quella di di Mr. Palomar, blogger che si occupa di divulgazione matematica
“Mr. Palomar” è stato ed è un’esperienza fondamentale per il mio percorso di comunicatore. Dal 2011 mi ha permesso di affinare sempre di più le mie capacità di scrittura e mi ha introdotto in una comunità straordinariamente stimolante: quella dei divulgatori matematici. Inoltre è sulle pagine di “Mr. Palomar” che ho scritto i miei primi post relativi alle implicazioni culturali e artistiche della matematica: lo stesso nome del blog richiama un’opera di Italo Calvino, autore tra i miei preferiti, nel quale l’anima umanistica coesiste mirabilmente con quella scientifica. Sempre su questo blog sono comparsi, anni fa, i primi germogli di quel filone che ho poi approfondito e che mi ha infine portato a scrivere “Matematica rock”.
Da dove nasce la tua passione per la musica?
Quando ero bambino le note risuonavano quotidianamente a casa mia. Mio padre, Giuseppe Alessandrini, purtroppo scomparso tre anni fa, è stato un illustre compositore, e anche le mie due sorelle sono musiciste. Pur avendo scelto un percorso molto diverso, forse qualche gene residuo è arrivato anche a me, sotto forma di grande passione e curiosità per ogni genere di musica. Probabilmente, se non fossi nato e cresciuto in mezzo alla musica, non avrei mai pensato di scrivere un libro in cui la musica è protagonista. Per esprimere a mio padre la mia riconoscenza per tutto questo, ho voluto dedicare a lui il mio libro.
Matematica rock: un connubio apparentemente impossibile. Parlaci del tuo nuovo libro, da dove nasce, di cosa tratta…
Apparentemente rock e matematica sembrano appartenere a mondi lontanissimi: il primo è visto come forza rivoluzionaria che scardina e sconvolge, e in cui dominano la fantasia e la libertà; la seconda come disciplina rigida, noiosissima, governata da regole austere. Ma c’è un equivoco di fondo, perché la matematica è ben altra cosa. Moltissimi dei suoi protagonisti sono stati creativi e rivoluzionari: vere rockstar, insomma!
Se la matematica è rock, anche il rock è pieno di matematica: l’idea centrale del libro è proprio quella di raccontare storie rock, riguardanti canzoni, rockstar e band, copertine di dischi, concerti, sessioni di registrazioni. Ognuna di esse, a un certo punto, spesso a sorpresa, conduce per mano il lettore verso un argomento matematico. Spesso la vicenda narrata pone un problema o un mistero, per risolvere il quale si deve ricorrere a metodi matematici. Voglio ringraziare la casa editrice Hoepli per aver creduto da subito in questa idea e per avermi permesso la fantastica opportunità di realizzarla.
Ecco allora che per capire come fece Brian May, chitarrista dei Queen, a realizzare il riverbero “da stadio” nella celebre “We Will Rock You”, bisogna parlare di numeri primi. Per capire quali note suonarono i Beatles per creare il famoso accordo iniziale di “A Hard Day’s Night”, serve ricorrere alla trasformata di Fourier. Ai misteriosi simboli raffigurati sulla copertina del quarto album dei Led Zeppelin viene attribuito un significato se analizzati con la lente della geometria e della topologia. E ancora, la matematica interviene per decifrare alcune copertine dei Coldplay, per chiarire un enigmatico testo dei primi Pink Floyd e perfino per rileggere sotto una nuova luce “Rock Around the Clock”, che nel 1955 diede avvio alla rivoluzione del rock’n’roll.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Di sicuro tra qualche mese mi rimetterò al lavoro per scrivere qualche altro saggio sulla matematica. Al momento, comunque, sono molto impegnato nella promozione del libro, attraverso incontri e presentazioni-spettacolo durante le quali riprendo alcuni dei temi trattati nei capitoli e rispondo alle domande dal pubblico. Per me sono momenti emozionanti, anche perché in queste occasioni ricevo da moltissimi lettori sincere attestazioni di stima e giudizi entusiastici sul libro. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare i miei due insostituibili compagni d’avventura in questo “tour”: il chitarrista Stefano Zamuner e la cantante Giorgia Pramparo, che arricchiscono le mie presentazioni con qualcosa di prezioso ed emozionante, ovvero la musica.
Paolo Alessandrini
Matematica rock
Hoepli, 2019
XII-244 p., € 14,90