Mentre nel periodo più acuto della pandemia tutto il mondo, o quasi, si fermava, nei laboratori di ricerca si è scatenata la corsa ai vaccini. Una “gara” che ha avuto e ha tuttora carattere globale. Il problema sta nel fatto che manca un coordinamento. Con il rischio che lungo la strada vadano perse importanti risorse economiche e intellettuali.
A lanciare l’allarme è stato nelle scorse settimane il direttore esecutivo dell’Ema (Agenzia europea per i medicinali), Guido Rasi. In tutto il mondo sono stati lanciati circa 50 000 studi clinici per studiare una risposta terapeutica alla pandemia da Covid-19: se ci fosse un ente di controllo in grado di filtrarne 100, l’Ema potrebbe produrre risultati importanti e approfonditi, sapere cosa funziona, quando e in che fase della malattia. In 48 ore sarebbe in grado di approvare una terapia o un eventuale vaccino.
La storia di copertina di questo numero è dedicata al rapporto tra scienza, politica e media. I numeri ci dicono che la scienza il suo lo sta facendo. I tempi e le modalità della politica corrono su altri binari, distinti eppure profondamente intrecciati con quelli della scienza. Gli esempi storici non mancano e ci sostengono nella speranza che anche oggi politici e scienziati (e media) siano consapevoli della complessità di questo rapporto e riescano a collaborare fra di loro.
Ora che anche le ultime restrizioni stanno allentandosi, è bene fare tesoro di quanto è successo. L’emergenza coronavirus ha fatto comprendere appieno il ruolo della conoscenza nella società e nell’economia. Sarà proprio la conoscenza a guidare quel ripensamento del presente che in molti auspicano. Non ce lo dicono solo gli economisti più avveduti, lo dice la storia. L’uomo che sa e che conosce va avanti e migliora la qualità della sua vita. Oggi stiamo riscoprendo la necessità di collaborare, confrontarci, lavorare insieme verso un unico obiettivo.
Il coronavirus ha provocato e provoca ancora migliaia di morti. Questa pandemia non è stata una parentesi ma una (tragica) occasione di ripensamento. Non lasciamo decadere il patrimonio accumulato in questi mesi.
Vincenzo Mulè | Direttore responsabile