“Se avessimo una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l’arte di inventare”. Lo diceva nella fine del 1700 Novalis, pseudonimo di Friedrich von Hardenberg. Non avrà trovato l’arte d’inventare Lorenzo Baglioni, ma l’impegno ce lo sta mettendo tutto. Per fare cosa? Prima di tutto per rompere gli schemi: della scuola, della musica leggera e anche della grammatica. Ha praticamente inventato un genere, quello della canzone didattica. Attore comico di cinema, tv, teatro, web e social network, Baglioni, solo omonimo del Claudio nazionale, è noto in tutte le scuole d’Italia per le canzoni in cui insegna i più difficili fondamenti delle materie scientifiche, dalle ossidoriduzioni alle Leggi di Keplero. Non contento, dopo essere arrivato secondo allo scorso Festival di Sanremo con “Il congiuntivo”, dallo scorso novembre è in tutte le librerie con il suo primo libro: È tutto calcolato! Teoremi e funzioni per risolvere i piccoli problemi quotidiani (Mondadori). Un libro ironico e intelligente, dove si spiega, ad esempio, come le disequazioni servono a capire se lei/lui ci sta. E dove la distribuzione binomiale di probabilità ci spiega come mai non riusciamo mai a trovare il decimo giocatore per una partita di calcetto.
Prendiamola alla larga: a cosa serve la matematica?
Mettiamo subito le cose in chiaro: noi non raccontiamo la matematica a chi già l’apprezza e la conosce, ma a chi considera questa materia un corpo estraneo da sé. Si tratta di quelle persone che quando mi sentivano dire che avevo studiato matematica all’università sgranavano gli occhi e mi chiedevano: perché hai fatto questa scelta? A cosa mai ti servirà nella vita di tutti i giorni conoscere la matematica? Ecco, a queste persone direi che la matematica è come la poesia, descrive le cose che non riusciamo a raccontare con un linguaggio sintetico ed elegante.
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Affermi che la matematica è contro ogni forma di ambiguità.
È una regola che vale anche nella vita di tutti i giorni? Per chi studia la matematica questa è una cosa abbastanza ovvia. La chiarezza è alla base del raggiungimento di qualsiasi traguardo, nella matematica come nella realtà. L’ambiguità impedisce il raggiungimento delle verità generali, valide per tutti. Sarebbe bello riuscire a trasportare questo concetto così potente dalla matematica alla vita reale. Quante discussioni inutili in meno ci sarebbero, soprattutto sui social network…
E come se ne esce?
È questo l’argomento centrale che ho affrontato nel libro. La cosa migliore, penso a un bisticcio tra marito e moglie, sarebbe quella di creare un modello matematico sulle dinamiche che hanno portato il disordine nella relazione affettiva. Certo, si potrebbe provare. Quello che conta è l’idea di fondo, ossia capire che pensare di razionalizzare la realtà che ci circonda può portare solo conseguenze positive.
In tutto questo, che fine fa la creatività?
Io credo molto nel processo creativo, mentre non credo all’ispirazione astratta dell’artista. Ritengo, invece, che ci sia un processo di elementi in definire che porta proprio alla creazione. Il primo a dire queste cose è stato Gianni Rodari, con la sua “Grammatica della fantasia”, una guida ai ragazzi per aiutarli a tirare fuori la fantasia attraverso regole pratiche.
Non avrai trovato la formula per la creatività, però una legge matematica porta il tuo nome.
Il rimorchio delle ragazze è stata una costante della mia gioventù. Così come la lunga lista d’insuccessi. Così ho formulato una legge matematica, alla quale ho dato il mio nome. La legge di Baglioni non serve per avere successo con le donne ma per capire se si hanno possibilità di successo in caso di rimorchio in chat. La legge dice che se e solo se il rapporto fra l’area totale dei messaggi inviati da A e quelli inviati da B è minore della Costante di Baglioni, la probabilità che B ci stia è diversa da zero. Il valore della Costante l’ho ricavato in modo empirico e ho deciso che fosse 3.
Fai tutto in modo molto ironico e leggero. Non temi di far passare un messaggio di eccessiva leggerezza sulla scuola?
Secondo me la comicità e l’ironia sono il mezzo per arrivare al fine. E la comicità è un mezzo di comunicazione potentissimo per abbattere gli ostacoli. È chiaro, però, che non basta mai. Occorre essere consapevoli dello sforzo da fare. Una volta uno mi disse: “Se ti dico matematica, che parola ti viene in mente?”.
Io risposi: “Difficile”. Perché, effettivamente, lo è. Inutile girarci intorno. Con questo libro non la semplifico di certo, ma cerco di esaltarne gli aspetti più interessanti. Per imparare la matematica bisogna mettersi sui libri, sporcarsi le mani e fare un “botto” di esercizi!
Perché hai smesso di insegnare?
Perché viviamo in una società monogama. Io amo insegnare e fare musica. Sembra che entrambe le cose insieme non si possano fare. Così ho dovuto fare una scelta. Anche se sia con le mie canzoni sia con questo libro sono tornato al mio vecchio amore, facendo incontrare in qualche modo quelle due rette che sembravano parallele e che invece, in fondo in fondo non lo erano.
Il libro “È tutto calcolato!”
Com’era il Baglioni studente?
A scuola sono sempre andato piuttosto bene. Mi è sempre piaciuto studiare e sono sempre stato molto curioso. Io sto cercando di combattere il luogo comune secondo il quale essere secchione sia negativo mentre non studiare sia da fighi. Su questo tema sto anche preparando un pezzo musicale.
Burioni, Tozzi o Piero Angela?
Il primo è quello che conosco di meno. Gli altri due mi piacciono tantissimo ma, se proprio dovessi scegliere, non avrei dubbi su Piero Angela. Sono cresciuto con lui, è stato il mio punto di riferimento. Al liceo, avevo anche attaccato un suo poster sul muro dell’aula. Il mio sogno è un featuring con Piero Angela che mi accompagna al pianoforte su una canzone didattica.
(da Prisma n. 4 – Gennaio-Febbraio 2019)