La formula green del filantropo

L’ estate 2023 sarà ricordata come la più imprevedibile e violenta sul fronte climatico. Ce lo avevano anticipato scienziati ed esperti che da tempo parlano

Pensieri divergenti – Chi ha e chi fa

Penso (verbo-guida di questa rubrica) che dovremmo tutti cominciare a considerare l’economia in termini più quantitativi. Lo impongono i messaggi contrastanti ricevuti in questi mesi:

Donne e scienza: le protagoniste del 2024

“Sognate, sognate in grande, lavorate sodo perché questi sogni si avverino”  (Miriam Melis, intervista Premio Donne di Scienza 2024) Alle ragazze si dovrebbe insegnare che

Diamo i numeri
48,5%
è la percentuale di donne sul totale dei dottori di ricerca in Italia nel 2023 (le donne sono invece il 60,2% dei laureati). Il gap si riflette anche sul piano retributivo, con gli uomini che percepiscono stipendi mediamente superiori dell’8,3% (1.980 euro contro 1828 euro).
103.000
sono i lavoratori impiegati in Italia nelle attività direttamente collegate alla filiera di produzione della birra. Il comparto vale 10,2 miliardi di euro e contribuisce alle casse dello Stato con 4,3 miliardi di euro, di cui 707 milioni di accise.
50%
la percentuale degli italiani che voterebbe a favore del nucleare oggi nel nostro Paese, mentre 1 su 4 voterebbe contro. I soggetti più favorevoli si registrano tra gli uomini (57%) e in genere i residenti del Nord Ovest (57%).
15,4%
sono i miliardi di dollari di valore dei contratti dell’azienda aerospaziale di Elon Musk - la celeberrima Space X - già in atto con il governo federale statunitense.
+66%
è la crescita percentuale registrata nel 2023 rispetto all’anno precedente delle vendite di Ozempic (per complessivi 14 miliardi di dollari). Il farmaco, nato per contrastare il diabete di tipo 2, è poi “esploso” sul mercato per i suoi benefici sulla perdita di peso.
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Editoriale

di Vincenzo Mulè, Direttore Responsabile

Quanta realtà

  Ha fatto discutere la decisione dell’Oxford Dictionary di scegliere brain rot (letteralmente cervello che marcisce) come parola dell’anno 2024. Il termine rimanda a un’espressione inglese che indica “il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, soprattutto come conseguenza di un consumo eccessivo di materiale (in particolare di contenuti online) considerato banale o poco impegnativo”. Senza girare troppo intorno alle parole, i curatori del dizionario più famoso nel mondo hanno raccontato la sensazione che si prova dopo aver passato troppo tempo sui social media a fare scrolling senza uno scopo preciso. Non un granché come rappresentazione del nostro presente. Sembra quasi un moto di reazione, ma non lo è perché la decisione è stata presa la scorsa estate, la proclamazione da parte dell’Onu del 2025 come anno della scienza e della tecnologia quantistica. A un cervello che marcisce rispondiamo con “la più rivoluzionaria delle rivoluzioni”, come l’ha

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Controcopertina

Walter Leoni / Symmaceo Communications